IL PIRATA DI VINCENZO BELLINI AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

Gabriella Maggio

Vincenzo Bellini

Il pirata  di Vincenzo Bellini, già rappresentato nel 1986 al Teatro Politeama durante la chiusura del teatro Massimo, torna  in scena al Massimo  per  la regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi il 15 ottobre 2021. Bellini compose l’opera a 26 anni nel 1827 e la rappresentò  con grande successo  in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre dello stesso anno. Con  Il pirata il musicista catanese  si  affermò definitivamente  come compositore. Tuttavia la fama dell’opera negli anni è stata offuscata dal successo clamoroso di Norma e de I Puritani.

In primo piano  Celso Albelo ph. Lannino

Il pirata  è un’ opera chiaramente  romantica per i temi  : amore infelice, vendetta, onore, sete di potere e per struttura  come  la marcata presenza del coro, l’assenza  dei recitativi  ed il lungo fluire  della melodia.  Nella Sicilia del ‘200 tra Messina e Palermo sbarca  Gualtiero conte di Montalto  dopo essere stato sconfitto da Ernesto  conte di Caldora  e  travolto da una tempesta . Quella che un tempo era la sua terra da cui era stato scacciato e  privato dell’amata   ora l’accoglie  come pirata  sconfitto.  Lì apprende  che l’amata Imogene è  sposa del rivale Ernesto ora  indiscusso suo vincitore.  Gualtiero e Imogene  sono lacerati dai  ricordi dell’amore di un tempo e dal risentimento  per   la cruda realtà presente. Nel canto rispettivamente Celso Albelo e  Roberta Mantegna  esprimono con sensibilità  questa tensione sentimentale. Dispiace però  notare che  nel primo atto  Albelo  non ha un  perfetto controllo degli acuti, nei quali traspare qualche forzatura. Omogenea è invece  la Imogene di Roberta Mantegna, che con buona tecnica padroneggia il ruolo con un fraseggio fluido e  ben  calibrate  coloriture  della voce, anche nella difficile scena della pazzia. Al fianco degli interpreti principali si pongono per buon  livello artistico l’Ernesto di Vittorio Prato, l’Itulbo di Motoharu Takei,  l’Adele di Anna Pennisi ed  il Coro.  La regia, che cura anche le scene, rivisita in chiave contemporanea il libretto di Felice Romani e pone al centro della scena scarna ed essenziale uno scafo triangolare allusivo alla  Sicilia, su cui s’innestano vele e sartie. L’effetto delle luci di Luigi Biondi marca con coerenza  il dramma espresso dalla scena.

Vittorio Prato e Roberta Mantegna ph. Lannino

 

La direzione di Francesco Lanzillotta  legge con finezza il testo dell’opera, mantenendone i tempi in  un costante equilibrio tra le parti melodiche e quelle più rapide ed incalzanti. Il Teatro, che  ha registrato il tutto esaurito  per la prima volta  dopo le recenti restrizioni,  ha apprezzato ed applaudito calorosamente tutti gli interpreti.

 

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