ABBASSO LE CHIAPPE CHIARE

Carmelo Fucarino

Tutti ar mare,
tutti ar mare
a mostra’ le chiappe chiare,
co’ li pesci,
in mezzo all’onne,
noi s’annamo a diverti’.

Chi non si ricorda, forse chi è di una certa età, quella voce ammaliante di Gabriella Ferri. Eppure il mare è diventato una questione di Stato, anzi diciamo di norma europea, con i nostri cosiddetti partiti di proprietà personale con i fucili spianati a suon di fanfare e di privilegi da difendere o di fingere di abbattere all’ombra di cavilli e di eccezioni. Metaforici cannoni, i missili e i cannoni veri li regaliamo ad altri per uccidere, come se nuotassimo nell’oro e non aspettassimo una pioggia di debiti. Perché alla fine una Unione Europea, che non è una Confederazione di Stati, come gli USA e la Germania, si occupa, come alla fondazione di questioni spicciole di mercato, senza ministero della difesa ed esercito e senza ministero degli esteri, formula direttive con valore di legge, che però devono essere recepite ed approvate dai singoli governi dell’Unione. Il nostro è spessissimo distratto, nonostante le multe salate, oppure ne è costretto in funzione di finanziamenti, come in questi frangenti. Governo in bilico o Parlamento ostaggio del Governo che minaccia la fiducia, impossibilitato a ricorrere alla volontà del popolo italiano per la scemata della diminuzione dei Parlamentari e il timore di perdere il posto? La situazione è allucinante se si riflette che la cosiddetta direttiva Bolkestein che tocca anche la questione degli stabilimenti balneari è la DIRETTIVA 2006/123/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. Cito solo «Art. 5- È necessario quindi eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati membri e alla libera circolazione dei servizi tra Stati membri nonché garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all’effettivo esercizio di queste due libertà fondamentali del trattato. Poiché gli ostacoli al mercato interno dei servizi riguardano tanto gli operatori che intendono stabilirsi in altri Stati membri quanto quelli che prestano un servizio in un altro Stato membro senza stabilirvisi, occorre permettere ai prestatori di sviluppare le proprie attività nel mercato interno stabilendosi in uno Stato membro o avvalendosi della libera circolazione dei servizi. I prestatori devono poter scegliere tra queste due libertà, in funzione della loro strategia di sviluppo in ciascuno Stato membro». «Articolo 45, Entrata in vigore La presente direttiva entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea». «Articolo 46, Destinatari Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva. Fatto a Strasburgo, addì 12 dicembre 2006. Per il Parlamento europeo, Il presidente J. BORRELL FONTELLES. Per il Consiglio, Il presidente M. PEKKARINEN». 26 anni per accogliere una delibera che riguarda una concessione che in casi estremi era valida fino a cento anni e talvolta con il tributo di pochi euro all’anno. Su 7.531 stabilimenti balneari gli introiti dello Stato sono in atto miserevoli. I loro gestori godono di un monopolio che solo i tassisti e i famosi camalli genovesi avevano in esclusiva, delle vere e proprie sinecure o prebende. Per esempio, le nuove concessioni rilasciate nel 2018 sono state appena 249. Oltre al monopolio a prezzi da favola, ormai il litorale in alcuni punti è stato chiuso alla liberale fruizione del cittadino con cancellate. Ma più strabiliante è la potenza ricattatoria di questi privilegiati che possono spingersi a mettere a rischio di liquidare un governo, che si piega ed è disponibile – cosa ancor più straordinaria – a postergare ancora la libertà di commercio con una posticipazione del concorso. Si va poi ad oltranza nei privilegi promettendo addirittura un benevolo sostanzioso indennizzo per chi non dovesse avere riconfermato il privilegio, perché incapace o non titolato a vincere il concorso. D’altronde in Italia dai benedetti tempi dei governi DC, i passaggi concorsuali si liquidavano ope legis. I professori erano nominati di ruolo a privilegiati che sottraevano la cattedra ai vincitori di concorso. Esperienza personale. Prova che nel paese nulla è cambiato e si avanti va con trafficanti della politica. E tutti i poveretti che per cattiva gestione politica e gravi conseguenze del covid e spese militari proibite dalla Carta costituzionale hanno dovuto chiudere bottega? Non meritano pure loro un congruo indennizzo di fallita attività? A parte il fatto che con i bassi canoni, la libertà nella gestione degli ingressi alle spiagge i loro guadagni sono stati da sempre astronomici in regime di monopolio. Penso, così per dire, alla gestione dello Stabilimento di Mondello da quando mi ricordo io nella intoccabile lunga gestione.

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