L’IDEA DI CONFINE TRA GEOGRAFIA E STORIA

Pino Morcesi

Elemento costitutivo di uno stato è un territorio, metafora della sua  potenza, che abbia continuità, omogeneità e isotopismo, cioè che  tutte le sue parti siano disposte nella stessa direzione. Ma il territorio  raramente  contiene  perfettamente tutte  le  appartenenze, le storie, le identità  dei suoi  abitanti, perché nei tempi moderni i confini sono geometrici, come si vede nelle mappe. Anche quando i confini sono costituiti  da elementi geografici naturali come montagne e fiumi,  mantengono sempre qualcosa di arbitrario ed è necessario l’intervento della storia per comprenderli. La  parola confine è voce dotta recuperata dal sostantivo latino confinis,confinante, derivato da finis,limite, confine col prefisso con. E come aggettivo confinis è sempre il vicino, il limitrofo, il contiguo, e addirittura l’affine, il simile. Il con dà a finis un significato  ambivalente,  contatto e chiusura. Oggi il confine è percepito come chiusura, più che come interazione tra due parti. E  limitare, diventa relegare e il confino è la pena d’esser confinati da qualche parte. La scelta del significato prevalente dipende da noi e dalla nostra storia. L’attuale guerra tra l’Ucraina e la Federazione russa si dibatte anche in questa ambivalenza. Il nome Ucraina significa infatti Paese frontiera.

 

 

 

 

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