PAROLA DI DANTE
Gabriella Maggio
Impinguarsi
Io fui de li agni de la santa greggia
che Domenico mena per cammino
u’ ben s’impingua se non si vaneggia.
(Paradiso X, 96)
Nel cielo del Sole parla Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi filosofi del Medioevo sul tema della Grazia : Io appartenni agli agnelli del santo gregge di cui è pastore S. Domenico, il quale lo guida per un sentiero lungo il quale ci si può nutrire bene, se non si vaga fuori dalla giusta direzione.Il verbo impinguarsi dal latino ecclesiastico impinguāre, un verbo denominale formato a partire dall’aggettivo latino pĭngŭem ‘pingue, grasso’, con l’aggiunta del suffisso verbale –are e del prefisso illativo in– è attestato in italiano proprio da questo passo del Paradiso. È una voce di origine dotta, che deriva il suo significato proprio e originario, ancora oggi vivo: rendere pingui, far ingrassare (quando costruito in forma transitiva), o ingrassare (quando usato invece in forma intransitiva, per lo più accompagnato dalla particella si). In senso figurato, il verbo può assumere anche il significato di arricchire o arricchirsi come nei versi riportati. San Tommaso sottolinea come all’interno dell’ordine domenicano sia possibile ‘ingrassare’, ossia arricchirsi spiritualmente, solamente se ci si attiene alla regola stabilita dal suo fondatore, San Domenico. Il verbo ricorre poi anche in Paradiso XI, 25 e 139, in passi che riprendono l’espressione metaforica di San Tommaso per chiarirne il significato.
Nel Grande Vocabolario Dantesco della Crusca si legge infatti :
Pron. Diventare pingue; ingrassare (in contesto metaforico).
[1] Par. 10.96: Io fui de li agni de la santa greggia / che Domenico mena per cammino / u’ ben s’impingua se non si vaneggia.
[2] Par. 11.25: Tu dubbi, e hai voler che si ricerna / in sì aperta e ‘n sì distesa lingua / lo dicer mio, ch’al tuo sentir si sterna, / ove dinanzi dissi: “U’ ben s’impingua“, / e là u’ dissi: “Non nacque il secondo”; / e qui è uopo che ben si distingua. /
[3] Par. 11.139: in parte fia la tua voglia contenta, / perché vedrai la pianta onde si scheggia, / e vedra’ il corrègger che argomenta / “U’ ben s’impingua, se non si vaneggia”».