UNIVERSITÀ E FUTURO

Daniela Crispo

Ritornano le “i “ nelle relazioni  e negli studi sul futuro delle università. Come sostiene Andrea Prencipe nel suo libro Interdisciplinarità. Internazionalizzazione, Innovazione, ed. Il Mulino, questi   sono i traguardi imprescindibili non solo per il presente, ma anche per il futuro delle università italiane, ma non solo. La globalizzazione ha demolito i tradizionali ambiti cognitivi a favore della mescolanza tra saperi geograficamente e culturalmente diversi per cui non si può più parlare di competenze, ma di meta-competenze per loro natura dinamiche. Si intende per meta-competenza  la consapevolezza delle proprie competenze insieme alle capacità di adattamento, di flessibilità cognitiva, di riflessività, di capacità di auto-osservazione, per fare fronte ai continui cambiamenti  culturali. Tutto questo richiede la possibilità di evolversi nel tempo e vivere costruendo e trasformando i propri modelli di conoscenza nei diversi contesti. Le università quindi devono mirare al progetto educativo, come processo e metodo,  più che alla formazione ai fini dell’occupabilità. Devono educare persone in grado di mantenere  un atteggiamento aperto e proattivo, cioè in grado di intervenire in anticipo per prevenire situazioni o problemi futuri. In questo contesto, se consideriamo anche la rivoluzione dell’IA nell’organizzazione delle informazioni  in forme logiche e coerenti,  le discipline umanistiche, finora piuttosto trascurate,  possono rivestire  un ruolo fondamentale.

 

 

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