IL LAVORO MINORILE
Ciro Cardinale*
Ancora oggi il lavoro minorile è una piaga che colpisce in tutto il mondo milioni di bambini e bambine, costretti ad abbandonare gli studi e i giochi per lavorare. Secondo le ultime stime dell’Oil, l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel mondo ci sono 160 milioni di minori che lavorano; di questi ben 79 milioni svolgono compiti anche pericolosi, mentre l’area dove lo sfruttamento minorile è più alto è quella dell’Africa Subsahariana, seguita dall’Asia. Possiamo parlare di lavoro minorile solo quando l’attività lavorativa mette a rischio la salute e lo sviluppo dei bambini, oppure quando richiede troppe ore di lavoro o viene svolta da bambini ancora troppo piccoli; non è invece lavoro minorile quello svolto dai ragazzi che hanno l’età minima prevista dalla legge per lavorare (in Italia è 16 anni), quando danno una mano saltuaria nell’attività lavorativa della famiglia dopo la scuola o durante le vacanze, purché non gli siano affidati compiti troppo pesanti o pericolosi, oppure i lavoretti svolti nel tempo libero dai bambini per guadagnarsi una paghetta… In Italia il lavoro minorile svolto al di sotto dei 16 anni è vietato, ma secondo dati recentemente raccolti si stima che oltre 300mila minorenni, di età compresa tra i 7 e i 15 anni, hanno avuto esperienze lavorative, per un quarto di esse anche pericolose o dannose per la loro salute. Le denunce di infortunio sul lavoro di minori fino a 14 anni, quindi sotto il limite legale di età, sono state poi oltre 220mila e le regioni che impiegano più ragazzi al lavoro sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le cause del lavoro minorile sono sempre le stesse: povertà, esclusione sociale, guerre, sfruttamento… e la prima conseguenza del lavoro minorile è sicuramente l’abbandono scolastico. Il bambino e la bambina che lavorano non hanno più tempo per studiare e finiscono spesso pure per abbandonare del tutto la scuola, perdendo così anche qualsiasi prospettiva di miglioramento sociale ed economico e perpetuando il circolo vizioso del degrado, perché povertà porta a povertà. Altre conseguenze sono quelle psicofisiche sui bambini lavoratori, sottoposti a sforzi ripetuti e pesanti e a rischio infortuni, spesso isolati dagli altri coetanei perché costretti a trascorrere lunghe ore del giorno sul posto di lavoro invece che a scuola o in altri luoghi di aggregazione sociale. E non dobbiamo neppure dimenticare i casi di sfruttamento sessuale, reclutamento forzato e coinvolgimento in attività illegali, che spesso spalancano loro le porte del carcere e della delinquenza organizzata. In Italia, come detto, l’età minima per lavorare è fissata per legge a 16 anni compiuti, purché il minore abbia già completato il ciclo di istruzione obbligatoria. Eccezioni sono fatte per alcune particolari attività, come quelle artistiche, sportive o pubblicitarie, purché siano autorizzate dall’Ispettorato del lavoro e non arrechino danno alla salute e allo sviluppo del minore. I minori poi non possono lavorare più di 8 ore al giorno e 40 ore alla settimana, mentre è vietato il lavoro notturno, ad eccezione delle attività culturali, artistiche, sportive o di spettacolo, purché non si protraggano oltre la mezzanotte (ecco perché nei programmi televisivi non vediamo esibizioni di minorenni oltre quell’ora); essi hanno poi diritto a un riposo settimanale di almeno due giorni, possibilmente consecutivi, ed una pausa di almeno 30 minuti, se la giornata lavorativa supera le 4 ore e mezza. Ancora, è vietato impiegare minori in lavori che li espongono a rischi specifici per la loro salute, sicurezza o moralità, come lavorazioni che prevedono l’uso di sostanze cancerogene o esplosive, o li mettono in contatto con animali feroci o velenosi, lavorazione di tabacchi, lavori sulle navi, lavori in ambienti ristretti o magazzini frigoriferi, guida di veicoli, abbattimento di alberi, pulizia di camini… I minori devono essere sottoposti a visite mediche, sia al momento della loro assunzione che periodicamente, ed i datori di lavoro sono sempre responsabili dei danni a loro causati sul posto di lavoro se impiegati illegalmente, oltre ad essere assoggettati a sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, anche penali. A tutela dei minori in Italia esistono appositi organismi, quali l’Ispettorato del lavoro, che vigila sulla corretta applicazione delle norme relative al mondo del lavoro, le associazioni di categoria e i sindacati, che offrono supporto, informazione e tutela a tutti i lavoratori.
* Lions Club Cefalù