FUMATORI ALTI ALTI
Testo e fotografie di Andrea di Napoli
Nei primi anni del Novecento le ciminiere rappresentavano un elemento facilmente visibile nel cielo di una città in trasformazione e dalla forte vocazione industriale. Così, mentre in centro sorgevano le ultime residenze familiari di quello stile floreale che ha reso famosa Palermo, nei quartieri periferici, all’interno di stabilimenti senza alcun pregio o di scialbi opifici, fiorivano alcune moderne attività produttive. Sparsi sul territorio cittadino sono ancora oggi presenti diversi fumaioli più o meno alti, ma solo pochi di essi svolgono ancora la loro funzione, gli altri in realtà sono uno sterile retaggio in muratura di remote imprese passate.Tre ciminiere, alte circa sessanta metri, sorgevano accanto ad un molo della zona portuale, facevano tutte parte di una centrale elettrica dell’ENEL e funzionarono fino agli anni ‘50 del secolo scorso, poi, nel maggio 1985 venne effettuata la loro demolizione attraverso una esplosione controllata.
Ad una nota azienda del settore conserviero, nel quartiere di Brancaccio, appartiene una ciminiera sulla quale compare chiaramente la data della sua costruzione, nel lontano 1916.
Anche le fornaci delle fabbriche di laterizi, coppi, e tegole, ubicate lungo la cosiddetta Costa Sud, utilizzano ovviamente le proprie ciminiere.Inoltre anche nelle campagne della provincia si possono incontrare degli isolati stabilimenti con le relative ciminiere che svettano indolenti tra le nuvole. L’ipotesi relativa alla permanenza futura delle ciminiere suscita reazioni diametralmente opposte. Infatti, se da una parte tanta gente sostiene che si tratta di significativi esempi di archeologia industriale, dall’altra stanno coloro secondo i quali quelle strutture costituiscono semplicemente dei vecchi ruderi ingombranti.