PER ARNALDO POMODORO
Pino Morcesi
Arnaldo Pomodoro è considerato uno dei più grandi scultori italiani contemporanei. Le sue opere, che sviluppano delle sculture a tutto tondo, sono incentrate sulle forme della geometria solida, sfere, dischi, piramidi, coni, colonne, cubi, e sono esposte in modo permanente nelle piazze delle città di tutto il mondo. Il suo stile è stato inconfondibile nell’ uso del bronzo segnato da numerosi solchi, incisioni, fenditure e bruciature alternati a lucidità e opacità della materia, con l’intento di romperne la perfezione e scoprire il mistero che vi è racchiuso. Pomodoro si è mosso nel solco della scultura postmodernista che si pone come specchio dell’intimità dell’artista. La sua attività si è prevalentemente rivolta al teatro e alla scultura. In particolare, il teatro è stato fondamentale durante i primi anni a Milano quando ha realizzato alcune scenografie teatrali, quella per Oreste di Alfieri e per Santa Giovanna dei Macelli di Brecht. Tuttavia, l’attività scenografica è stata discontinua, al contrario di quella scultorea che è stata una costante nella sua arte. Pomodoro voleva che le sue opere fossero attraversate, vissute, indagate, che lo spettatore vi si perdesse dentro come in un labirinto dell’essere. Il culmine di questa aspirazione è forse stato “Ingresso nel labirinto”, opera dedicata all’epopea di Gilgamesh.
Ph. Archilovers
Si tratta di un’installazione ambientale che travalica i confini della scultura per trasformarsi in un’esperienza mitica, una soglia esistenziale. Lo scultore amava dire: “A differenza della pittura, la scultura è un’operazione nello spazio, non deve essere un monumento, ma un altro spazio che entra in relazione con quello del contesto; architettonico o naturale. La collocazione di una scultura è riuscita quando l’opera riesce a rappresentare la vitalità e la forza del contesto”. Si è spento domenica 22 giugno, nella sua casa di Milano poco prima di compiere 99 anni.