ARTE E IMPEGNO DI UNA SIGNORA DELL’ARCHITETTURA

( Attilio Carioti)

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Lampada pipistrello, disegnata da Gae Aulenti per Martinelli-Luce nel 1956

Il primo giorno di novembre 2012 è morta dopo una lunga malattia nella sua casa di Milano l’arch. Gaetana, detta Gae, Aulenti a quasi 85 anni. Spirito libero e poco riguardoso delle mode ha segnato in modo inconfondibile l’architettura italiana. Borghese colta, esponente di quella rara borghesia illuminista che ha segnato i momenti più interessanti della cultura italiana, quella che con orgoglio mostriamo al mondo. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano, lavora alla redazione di Casabella, allora diretta da Ernesto Nathan Rogers. Sono gli anni della ricostruzione e del design industriale in cui si afferma il movimento neo Liberty, che guarda alla modernità come a una eredità da verificare e che rivendica il diritto alla intimità e al calore umano. Gae Aulenti si avvicina al movimento considerandolo espressione adeguata dell’ architettura al femminile, perché pensa che la società abbia bisogno di un’architettura più accogliente che aggressiva, più attenta agli spazi che ai volumi, più capace di unire alla necessaria razionalità costruttiva quell’istinto a generare cose vive che è proprio delle donne.

I suoi primi grandi successi cominciano all’inizio degli anni Sessanta con le lampade che non si accontentano di illuminare un ambiente, ma pretendono di essere osservate come opere d’arte.

 

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Il Museo d’Orsay- Parigi

Dalla committenza privata a quella pubblica alla trasformazione della Gare d’Orsay nell’omonimo museo, l’opera che la rende famosa nel mondo. Seguono il Museo dell’arte catalana, la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia e delle Scuderie del Quirinale, del Castello Estense a Ferrara e tanto altro fino a Palazzo Branciforti ultima sua fatica a Palermo. Tutte opere in cui il sapere architettonico si fonde con un grande impegno culturale e civile, che significa senso del contesto e della storia, rispetto delle leggi di una comunità, contro ogni facile anarchia.

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Palazzo Branciforti- Palermo

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