La Poesia è Parola. V Rassegna Poetica Palermitana

(Lavinia Scolari)

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Giovedì 20 Marzo 2014, nella preziosa cornice della Biblioteca Comunale di Palermo, si è svolta la V Rassegna Poetica Palermitana organizzata dall’associazione VOLO, in collaborazione quest’anno, per la prima volta, con l’associazione L&D (Letteratura e Dintorni). Accompagnati dalla chitarra di Antonina D’Anna e dal violino di Chiara Bellavia, poeti ben noti del panorama poetico siciliano si sono susseguiti in un pomeriggio all’insegna della parola, del ricordo, e della musicalità del verso. Aprono il pomeriggio i saluti di Maria Di Francesco, Presidentessa dell’associazione VOLO e voce attiva e instancabile della Rassegna Palermitana. Parola è Poesia, questo il titolo dell’incontro, ideato e curato come ogni anno dalla Prof.ssa Gabriella Maggio, che inaugura l’appuntamento citando il Montale delle Poesie Disperse: è proprio vero che tutti scrivono poesie. Ed è bello che sia così. La poesia – ricorda Gabriella – ci parla della vita, pone delle domande e ci offre delle risposte. Ma non è proprietà solo di chi la compone. La poesia è anche di chi la legge. E di chi l’ascolta, come in questa ricca serata.

A dare il via alle letture, la poetessa e pittrice Carla Amirante, con due componimenti tratti dalla sua ultima raccolta Il faro, in cui il sentimento dell’esistere, spesso filtrato dalla memoria del mito, si accompagna a un’indefessa speranza. Tony Causi, per la prima volta ospite dell’evento, ha dato prova di un’armoniosa sintesi di sentimenti e introspezione, ambientati in uno sfondo naturalistico dove la poesia dipinge scenari segreti. Il Prof. Carmelo Fucarino, da storico e studioso delle letterature antiche, ci ha regalato due inediti di grande bellezza, pregni di cultura classica, in cui ha celebrato la nascita della phoné, il suono, destinato a tramutarsi in logos, la parola, discorso e principio razionale, che pare alludere alla vicenda del mondo che rinasce nei suoni. Colta e delicata la rivisitazione del Carme IV di Catullo “Phaselus ille, quem videtis, hospites, [/ ait fuisse navium celerrimus], «quella barca, che vedete, amici miei, [dice di essere stata la più rapida delle navi…]». Il tema del ricordo e della florida giovinezza del passato si sposa bene con il recupero poetico del maestro latino, Catullo, forse il più grande poeta che abbia mai cantato d’amore. Il Leitmotiv dell’amore è un tratto peculiare anche dei versi di Emanuele Lanzetta, che nella sua Verranno a chiederti del nostro amore, il cui titolo è una citazione dotta, offre una riscrittura del tema dell’amore perduto, intenso e passionale, dove la lirica parla al ricordo dei sensi. Le poesie di Francesca Luzzio, critica letteraria e poetessa, sono accomunate dal tema dell’idea, l’idea che nasce e accompagna l’autore fuori dal guscio del proprio io, e l’idea come direzione di vita da seguire, che indica il movimento incessante della “ricerca del futuro”, da cui uno dei componimenti trae il titolo. La ricorrenza della Pasqua è invece l’argomento di attualità sacra delle due opere di Pietro Manzella, che in Eden e nel suo intenso dialogo con Dio, rivela un poetare mosso da un anelito di profonda umanità e di ricerca, anche struggente, della Veritas. Egle Palazzolo, scrittrice e poetessa che non ha bisogno di presentazioni, legge con spontaneità e dolcezza due componimenti in cui il motivo del ripiegamento interiore e del rifiuto della speranza, in un bel contrasto con la fresca spontaneità dell’autrice, ci racconta di un cuore vibrante, ma timoroso di aperture. Bellissimi i suoi versi sui sogni: «Non toccare i miei sogni, non sforbiciarli (…) non sono tuoi». Al poeta successivo, Pippo Pappalardo, dobbiamo il merito di averci ricondotto alle origini, il nostro dialetto, la lingua di casa e della memoria, la prima lingua, un patrimonio da non dimenticare: Paisi miu e Sugnu Vecchiu hanno il sapore nostalgico e profondo della vera poesia di Sicilia. Sulla scia di questo ritorno alla natura aspra e profumata di Trinacria, si colloca Elisa Roccazzella, poetessa prolifica e più volte premiata, che legge dalla sua raccolta I favi di Ibla due componimenti musicali e pittorici: La gioia del sorbo e Vecchie case dipingono agli occhi della mente il paesaggio soleggiato e arcano della nostra isola. La talentuosa Elena Saviano, scrittrice nota anche a livello nazionale, conferma le sue doti poetiche di scrittura armoniosa, equilibrata e sapiente con Eros e Stupore. Chiude la serata dei poeti in Rassegna Biagio Balistreri con i suoi DNA e Desiderio, tratte dalla raccolta Fabbricante di Parole, che procedono con uno stile naturale e mai ampolloso, di grande efficacia comunicativa e musicalità del verso. Sono in seguito intervenuti altri poeti presenti tra il pubblico che hanno letto versi editi e inediti, arricchendo così l’incontro, in un’atmosfera di festa e condivisione. Il saluto spetta alla curatrice della Rassegna, Gabriella Maggio, poetessa dall’ispirazione fiorente e vivida, che ci offre il contraltare della Poesia come Parola, in un componimento che riscrive il tema dell’incomunicabilità servendosi dell’immagine classica e statuaria della Nike e raccontando lo scontro atavico tra una tenace istanza della parola e una cocciuta e indolente sordità.

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