UN IMPORTANTE OGGETTO DI METALLO

(Giorgio Albéri*)

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Quando un Socio entra a fare parte della nostra grande Famiglia Lions riceve il distintivo: un piccolo oggetto di ottone smaltato, di scarso valore economico, ma che rappresenterà… l’anello di una catena alla quale tutti si sentiranno legati. Senza dubbio molti non sono abituati a "sfoggiare" sul bavero della giacca o di una camicetta un distintivo, ma sono certo che tale emblema potrà inorgoglire coloro che credono realmente nel Lions Club.Ma non si tratta solo di questo. Portare il distintivo è anche un modo per "stabilire un contatto" con altri membri dell’Associazione che si potranno conoscere per motivi diversi o incontrare casualmente nelle località più svariate: è la maniera per suscitare curiosità in altre persone, che potrebbero richiedere, così, informazioni sugli appartenenti al Lions Club e magari sentirsi attratti dagli scopi e dalle finalità dell’Associazione. Forse sono un illuso o eccessivamente incline a sentimentalismi, ma voglio pensare che mettere in bella vista il simbolo di appartenenza ad un’Associazione di servizio, accresca in ciascuno la disposizione a "farsi prossimo" nel proprio modo di comportarsi.

Chissà che la sovrabbondanza di egoismo che ci circonda non venga contagiata e resa sensibile ai nostri principi! Nel tempo il distintivo permetterà di comunicare fra i Soci e di parlare lo stesso linguaggio di solidarietà. E a proposito di comunicazione mi viene alla mente un interessante dibattito tenuto qualche tempo fa da uno psicologo milanese, che evidenziava quali difficoltà abbia la società odierna a comunicare e soprattutto i giovani. Sì, è vero, esistono i telefonini, vi è maggior libertà, si hanno meno inibizioni nel colloquiare a tutti i livelli, ma le persone comunicano fra di loro? Secondo un sondaggio, sempre come riportato dal docente, i giovani, ad esempio, hanno grosse difficoltà a segnalare il nome di un vero amico. Infatti si trovano a centinaia nelle discoteche, ballano (si fa per dire), passano insieme ore ed ore in un frastuono assordante e, forse, al termine, fra loro si sono scambiati solo poche parole.Il Personal Computer e la televisione sono altri mezzi che non abituano certo a comunicare. Purtroppo questa macchina infernale che è il P.C., permette soltanto un dialogo "digitale", cioè tra le dita delle mani e quella tastiera ormai indispensabile, che si trova sempre più spesso sulle scrivanie. Come è raro leggere una bella lettera scritta a mano (ahimè, quale degrado della grafia!) e come è difficile ricercare le parole appropriate! Tutto questo dove ci porterà? Lo psicologo, al termine della tavola rotonda, ha emesso un triste verdetto: "Se la mancanza di comunicazione continuerà sempre più nei termini attuali, molto probabilmente più rare saranno le vere amicizie, quelle che esistevano al tempo dei nostri nonni, per dare più spazio alle conoscenze superficiali. Tale fenomeno si ritrova anche negli anziani in quanto sempre più "allontanati" dagli ambiti famigliari". Sono situazioni, purtroppo, molto vere; proviamo ad esaminarne una: possiamo oggi, obiettivamente, contare davvero su qualche amico disinteressato, senza invidia e senza secondi fini? Probabilmente il numero degli Amici veri è e sarà sempre più basso anche per mancanza di comunicazione. Per gli anziani è ancora più importante "dialogare": essi desiderano parlare per ricordare, per rivivere alcuni degli avvenimenti più significativi della loro vita, per trasmettere ai più giovani le loro esperienze. Al termine dell’interessante dibattito, mentre la folla scemava verso l’uscita, noi del pubblico ci guardavamo senza conoscerci, forse alla ricerca di un amico per sfatare quanto detto fino a quel momento. Ed ecco che, fra la folla, vidi un signore non più giovanissimo che non conoscevo, ma che anch’egli si guardava attorno; ci presentammo…parlai del Lions Club…spero di avere "comunicato" il mio messaggio in modo efficace e di potere rivedere quel signore con il nostro distintivo!

*Lions Club Bologna Valli Lavino e Samoggia

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