LA PRIMA GUERRA MONDIALE VISTA DAGLI SCRITTORI

Luigi Pirandello –Berecche e la guerra

( Gabriella Maggio)

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Berecche si sente tedesco ed è fiero del suo cognome, perché crede che sia la storpiatura di un cognome tedesco, difende oltre ogni limite la politica della Germania quando discute con gli amici o i familiari e per questo si è progressivamente isolato da tutti, perché non condividono le sue idee. Quando l’Italia proclama la neutralità e la guerra europea giunge tra le mura della sua casa il povero Berecche sente crollare i suoi miti : crollato tutto, dentro… Nella novella Berecche e la guerra Luigi Pirandello affronta il tema della Prima Guerra Mondiale nei mesi del 1914, che precedono l’entrata in guerra dell’Italia e dà espressione ai contrastanti sentimenti che agitarono molti italiani sul tema della neutralità in cui da un lato si facevano sentire i motivi ideali che desideravano l’intervento nel conflitto per liberare le terre irredente, dall’altro il disagio di spezzare alleanze che sembravano consolidate.

Pirandello costruisce la novella secondo la poetica dell’Umorismo: situazioni apparentemente comiche sono in effetti tragiche, come la lezione di equitazione di Berecche o la sua ricostruzione delle battaglie sulla carta geografica del suo studio. Probabile anche il risvolto autobiografico della novella per quanto concerne il metodo tedesco negli studi del protagonista Berecche, fondato sulla paziente interpretazione dei testi e dei documenti, l’arruolamento del figlio Faustino, la follia della moglie: scarduffata, strozzata dagli strilli…corre per casa annaspando…Particolari tutti che rimandano all’autore: gli studi a Bonn, l’arruolamento del figlio Stefano, che causa l’acuirsi della pazzia della moglie. Interessante la nota all’edizione del’34 del XIV volume delle Novelle, in cui l’autore dice che in Berecche e la guerra : Vi è rispecchiato il caso a cui assistetti, con maraviglia in principio e quasi con riso, poi con compassione d’un uomo di studio educato, come tanti allora, alla tedesca, specialmente nelle discipline storiche e filologiche. La Germania, durante il lungo periodo dell’alleanza era diventata per questi tali non solo spiritualmente , ma anche sentimentalmente nell’intimo della loro vita, la patria ideale. Nella imminenza del nostro intervento contro di essa, promosso dalla parte più viva e sana del popolo italiano e poi seguito da tutta intera la Nazione, alla fine dalla forza stessa degli eventi a riaccogliere in sé la vera patria, patirono un dramma che mi parve sotto questo aspetto, degno d’essere rappresentato.

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