VITTORIO AMEDEO II° DI SAVOIA – RE DI SICILIA

Francesco Paolo Rivera *

Con la pace di Utrecht (nei Paesi Bassi) si pone fine alla guerra di successione spagnola, che aveva avuto inizio nel 1700.  Il 10 giugno 1713 la Sicilia passa dal potere di Filippo V°, primo re di Spagna della dinastia dei Borboni, al duca di Savoia Vittorio Amedeo II° col titolo regio. Filippo V° di Spagna, nipote del re di Francia Luigi XIV° (il re Sole) sale sul trono di Spagna in quanto sua nonna, Maria Teresa moglie del re Sole, era figlia di primo letto di Filippo IV° di Spagna e sorellastra di Carlo II° di Spagna ultimo re spagnolo della dinastia degli Asburgo. Per testamento del re Carlo II°, l’impero europeo di Spagna venne diviso. Il trono di Spagna passa al diciassettenne duca d’Angiò, che assume il titolo di re di Spagna col nome di Filippo V°; ai duchi di Savoia venne attribuito il contado di Nizza e la Sicilia e con essa il titolo di Re della Sicilia per Vittorio Amedeo II° (e per i suoi successori), il Monferrato, Alessandria, Valenza, l’alta valle di Susa, Pinerolo e parti del territorio milanese.Carlo VI°, imperatore del Sacro Romano Impero, riceve la parte spagnola dei Paesi Bassi, il Regno di Napoli, ciò che restava del Ducato di Milano e Mantova, e, infine, la Sardegna furono ceduti alla Baviera di Massimiliano II° Emanuele di Wittelshach. Gibilterra e Minorca furono cedute dalla Spagna alla Gran Bretagna, unitamente all’esclusiva per la fornitura degli schiavi negri delle colonie spagnole in Africa ai nuovi Stati americani (“asiento”).   I trattati di Utrecht vennero sottoscritti, per la Francia. dai rappresentanti di Luigi XIV°, per la Spagna, da quelli di Filippo V°, per la Gran Bretagna da quelli della Regina Anna (Stuart) (1), e, infine dai rappresentanti di quell’insieme di contee e vescovati (facenti parte del Sacro Romano Impero) costituenti la Repubblica delle Sette Province Unite (2). La cessione della Sicilia ai Savoia venne accettata dalla Spagna sotto la pressione della Gran Bretagna, la quale impose alcune condizioni: la casa Savoia non avrebbe potuto vendere l’isola o scambiarla con altro territorio, nel caso di estinzione del ramo maschile dei Savoia la Sicilia sarebbe ritornata alla corona spagnola, le immunità in uso in Sicilia non sarebbero state abrogate, il re di Spagna avrebbe potuto disporre dei beni confiscati ai sudditi siciliani rei di tradimento. Tale documento venne sottoscritto il 13 luglio 1713 e subito dopo gli araldi della casa Savoia annunciarono a Torino, l’elezione a Re di Vittorio Amedeo II°, il quale venne applaudito dalla folla festante. Il neoeletto Re, prima della partenza per la Sicilia, nominò suo figlio Carlo Emanuele, Principe di Piemonte e luogotenente degli Stati di terraferma, e poiché era appena sedicenne gli nominò un Consiglio di Reggenza. Il 3 ottobre salpò da Nizza alla volta di Palermo, ove circa due mesi dopo, con una suntuosa cerimonia in Cattedrale, ricevette – assieme alla moglie Anne Marie d’Orleans (3) – la corona reale. Al Parlamento siciliano, in una delle prime sedute, dopo l’incoronazione, così si espresse “I nostri pensieri non sono rivolti ad altro che a cercare di avvantaggiare questo Regno per rimetterlo, secondo la Grazia di Dio, al progresso dei tempi, riportarlo al suo antico lustro e a quello stato cui deve aspirare per la fecondità del suolo, per la felicità del clima, per la qualità degli abitanti e per l’importanza della sua situazione.”  E, in verità egli si dedicò subito alla lotta contro il brigantaggio, allo sviluppo della marina mercantile e alla riorganizzazione finanziaria e dell’esercito, e in compagnia della Regina, visitò i più importanti centri dell’isola.La nomina del nuovo Re non venne accettata dai siciliani, con molto entusiasmo, per tradizione gli isolani erano attaccati agli Spagnoli; la perman enza del Re in Sicilia si protrasse fino al 7 settembre 1714, infatti nuovi guai si profilarono all’orizzonte: la Spagna stava riarmandosi e la Francia, l’Inghilterra, l’Austria e la Repubblica delle Province Unite, venute a coscienza di tale riarmo che non faceva prevedere nulla di buono, progettarono una Quadruplice Alleanza. Vittorio Amedeo, resosi conto della situazione, cercò  inutilmente di allearsi con gli austriaci, ma questi ultimi erano intenzionati ad eliminare i Piemontesi dalla Sicilia. Ma nel 1718, gli spagnoli che erano considerati alleati di Vittorio Amedeo, sbarcarono sull’isola. A questo punto la Quadruplice Alleanza propose di aderire alle richieste di aiuto avanzate dal Re, a condizione che quest’ultimo rinunciasse alla reale corona della Sicilia in cambio con quella della Sardegna. Al Re Vittorio Amedeo non restò altra alternativa e con la Convenzione del 29 dicembre 1718 scambiò la corona siciliana con quella di Sardegna, e dovette attendere circa altri due anni per prendere formalmente la corona di Re. La flotta spagnola fu distrutta dalla Quadruplice Alleanza e per effetto di tale vittoria la Sardegna divenne il nuovo Regno di Vittorio Amedeo II° di Savoia, il quale dovette accontentarsi di tale scambio, meno vantaggioso dal punto di vista qualitativo delle due isole, ma che gli consentì, oltre che a conservare la Corona, ad avvicinarsi territorialmente al Piemonte. Per quanto riguarda la Sicilia ritornò nei domini degli Asburgo, alle dipendenze dell’Austria. Fu così, che un principe sabaudo divenisse Re di Sicilia, anche se il suo Regno ebbe una durata di appena sette anni, …!

*L.C. Milano Galleria-Distretto 108Ib-4

 

Note:

1)tra il 1707 e il 1714, fu regina di Scozia, d’Irlanda oltre che d’Inghilterra, soffriva della sindrome di anticorpi antifosfolipidi che le impedì la procreazione di figli:

2)In olandese letteralmente “Repubblica dei Sette Paesi Bassi uniti” e denominata anche “Repubblica Olandese” esistente tra il 1581 e il 1795 nei territori che costituiscono gli attuali Paesi Bassi;

3)Era figlia di Philippe duca d’Orleans, fratello del Re, sposata – contro la volontà materna – da Vittorio Amedeo II°, al quale diede sei figli (solo quattro superarono l’infanzia). Fu di nobili sentimenti si prese cura anche dei due figli nati dalla relazione del re con la contessa di Verrua e curò il marito colpito dal vaiolo durante una guerra. Vittorio Amedeo era solito affidarle la reggenza tutte le volte che si allontanava da Torino. La Regina fece ristrutturare la “Villa della Regina” (di fronte alla città di Torino) dall’architetto siciliano Filippo Juvara, che la rese un sito delizioso, ricco di fontane, architetture, dislivelli. Giochi d’acqua.

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