UN BUONGUSTAIO MOLTO ANTICO

Pino Morcesi

Uomo di Neanderthal

Recenti scoperte archeologiche hanno rivelato che l’Uomo di Neanderthal era un buongustaio. Nella grotta di Shanidar, nell’Irak, a circa 800 chilometri a Nord di Baghdad, dove nel Paleolitico medio, compreso tra i 200mila e i 40mila anni fa, visse l’ominide gli archeologi della Liverpool John Moores University, hanno portato alla luce dei resti di cibo bruciati. Si tratta non soltanto degli alimenti più antichi su cui l’uomo contemporaneo abbia potuto mettere le mani (datano a circa 70mila anni fa) ma anche la dimostrazione che i Neanderthal non mangiavano soltanto carne di animali cruda o bacche, ma avevano un regime alimentare assai più vario che richiedeva anche varie fasi di preparazione, per esempio macinavano o ammollavano i semi, ma non li decorticavano. Mangiavano  prodotti di origine vegetale come noci selvatiche ed erbe, spesso combinate con legumi, come lenticchie e senape selvatica.  Gli archeologi hanno anche  confezionato una focaccia al sapore di nocciola, usando semi trovati vicino alle grotte. Qualche tempo fa la rivista Science ha dato notizia che nella grotta portoghese di Figueira Brava, in località Setubal, non distante da Lisbona la   comunità di neandertaliani  insediatasi là tra 106 mila e 86 mila anni fa, si nutriva di molluschi, crostacei, pesci, uccelli acquatici e marini. Lo scavo del gruppo di ricerca, a partire dal gran numero di reperti materiali rinvenuti, ha portato a formulare ipotesi molto fondate sul livello di evoluzione dell’uomo di Neanderthal, e sulle sue capacità cognitive, che lo confermerebbero anello di congiunzione essenziale nella sviluppo della civiltà umana.

 

 

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