La giustizia è discernimento

(Carmelo Fucarino)

In tempi di grave crisi morale, in nome dei valori del Lions Club, apro il dibattito sulla questione dell’uomo giusto e ingiusto, nella tradizione classica e nell’insegnamento cristiano. È un invito alla riflessione nell’estrema confusione tra il dire e il fare, tra gli slogan e l’agire quotidiano. Forse in Aristotele c’era troppo idealismo? Quale dovrebbe essere allora la norma di comportamento dell’uomo moderno?

“La giustizia è discernimento (krisis) del giusto e dell’ingiusto… Perciò non permettiamo che sia un uomo a governare, ma la ragione (logos), giacché egli lo fa per il suo interesse e diviene un tiranno. Invece chi esercita il potere è custode del giusto, e se del giusto anche dell’uguale. E poiché pare che egli non ha di più dello spettante, se è veramente giusto… bisogna dargli un compenso, e questo consiste in un onore ed in una prerogativa (time kai geras). E per chiunque non siano sufficienti siffatte ricompense, costoro diventano tiranni”.

“Nel campo delle azioni, il fine non è il contemplare ed il conoscere ogni singola azione, ma piuttosto il compierle? Pertanto neppure riguardo alla virtù è sufficiente il conoscerla, ma bisogna cercare di possederla e di praticarla”
ARISTOTELE , Etica Nicomachea, 1134 a, 30-35, b, 1-5; 1179 b, 1-3

“Non sono giusti dinanzi a Dio quelli che ascoltano la legge, ma coloro che praticano la legge: questi saranno riconosciuti giusti.
Epist. ai Romani, 2, 13.

 

0 pensieri riguardo “La giustizia è discernimento

  • 14 luglio 2008 in 19:34
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    Ringrazio l’amico Carmelo che, con dotte citazioni, ha posto in maniera problematica “la norma di comportamento dell’uomo moderno”. Voglio contribuire con una mia riflessione.
    Essere lions costituisce una risposta alla crisi dell’oggi, perchè ci spinge ad una continua riflessione sul nostro agire per attuare valori di onestà, sincerità, solidarietà. Infatti, condividere giorno dopo giorno, vicini gli uni agli altri, l’esperienza della vita nell’autentico spirito lionistico, sprona tutti a passare dal “dire” al “fare”, anche quando sembra difficile o, al contrario, tanto facile da essere ovvio e, pertanto, trascurabile.

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