Trotula

(Gabriella Maggio)

DONNE MEDIEVALI

MANIFESTAZIONI DI REAZIONE ALL’IMMAGINE STEREOTIPA DELL’INFERIORITA’ FEMMINILE


Trotula è  vissuta nel secolo XI , la sua storia s’interseca con quella della Scuola medica salernitana. E’ forse  lei l’ autrice del primo trattato di ginecologia “ De passionibus mulierum ante, in et post partum”  (  Le malattie delle donne prima, durante e dopo il parto) ?  Gli studiosi comunque ritengono che l’opera sia stata sviluppata sulla base di materiali desunti dai suoi scritti.  Di sicura attribuzione , invece,   sono i “Practica”. Un anonimo autore francese del XIII sec. così riferisce: ” Una donna filosofa di nome Trotula, che visse a lungo e che fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici ignoranti  traggono grande autorità e utili insegnamenti, ci svela una parte della natura delle donne. Una parte può svelarla come la provava in sé ; l’altra perché essendo donna tutte le donne rivelavano più volentieri a lei ogni loro segreto pensiero…” Ricorrendo alla medicina delle piante e delle erbe Trotula si propone di restituire integrità e funzionalità al corpo malato, senza preconcetti, tanto diffusi all’epoca, di carattere moralistico e misogino. Anzi mostra sempre grande rispetto per le condizioni di vita  e le scelte delle pazienti. E’ un’acuta osservatrice , è precisa nell’analisi, mostra una grande sensibilità che oltrepassa la pura professionalità. Alle donne non dà soltanto consigli per sanare o mantenere sano il corpo, ma  con il “De ornatu” anche suggerimenti per renderlo più bello come:  eliminare le rughe, i peli superflui, restituire candore ai denti, truccarsi. Un esempio  : “Ecco un unguento per far diventare i capelli biondi: prendi il cuore della corteccia di sambuco , fiori di ginestra e di zafferano e tuorlo d’uovo; falli cuocere in acqua, raccogline la schiuma che viene a galla e ungine i capelli.” L’opera “De passionibus..” purtroppo ha subito interpolazioni e talvolta manipolazioni, pertanto la lettura e l’ interpretazione devono essere attente e vigili. Perché ricordarla ? Mi sembra un “esempio” ( mi si passi la parola impegnativa) di pensiero indipendente volto  a fare del bene, ad aiutare le altre donne e di conseguenza anche gli uomini, che studia  nel loro apporto alla procreazione, intuendo che la sterilità non è soltanto un “fatto” di donne. in un periodo tendenzialmente misogino e moralista,  qual è il Medioevo.  Trotula  si ritaglia anche  un metodo ante littera scientifico  fondato sull’osservazione  e sull’analisi. Ma ha altre qualità, l’ onestà intellettuale, fra le altre.  Infatti questa antica “dottoressa” afferma  spesso di avere appreso parecchi rimedi  dalle  donne musulmane, delle quali testimonia l’autorevolezza in materia. Questa  donna forse è ancora  così affascinante proprio perché , a dispetto dei secoli e delle interpolazioni  della sua opera, dimostra di essere diventata quello che voleva essere.

Bibliografia : C. A. Thomasset” Li secrès as philosophes”, Genève, 1980.  F. Bertini “ Trotula il medico”, in “Medioevo al femminile” Laterza, Bari 1989

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