Un S. Luigi Gonzaga “nostrano”: Cesare Gaetani -1a parte

(Antonino Lo Nardo)

Il devoto che si accosta alla Cappella di S. Francesco Saverio nella Chiesa del Gesù (o di Casa Professa) di Palermo non può fare a meno di notare, proprio ai piedi del tempietto a sinistra dove è conservata una reliquia del Santo, una lapide di marmo con una iscrizione in latino che, nella traduzione italiana, dice: “Qui giace il corpo di Cesare Gaetani, dapprima Principe del Cassaro e Marchese di Sortino, poi Novizio della Compagnia di Gesù. Morì il giorno 5 agosto del 1652, nell’anno decimono della sua età”.

Viene allora spontaneo chiedersi: chi è stato questo giovane che ha meritato l’onore di essere sepolto accanto al più famoso Venerabile Luigi La Nuza S.I., chiamato l’«Apostolo della Sicilia»?Cesare Gaetani nasce il 19 gennaio 1633 a Sortino, in Sicilia, da Giuseppe Gaetani, Marchese della stessa città e Principe del Cassaro, e da Donna Isabella Barda dei Conti di Alvernia, entrambi imparentati con le più nobili famiglie siciliane e straniere.
Rimasto orfano di padre in tenera età, vive sotto la tutela della madre fino a quattordici anni, quando – dichiarato maggiorenne – inizia a governare i suoi sudditi e lo fa in maniera talmente compassionevole da meritarsi il rispetto e l’ammirazione di tutti.
Ancora giovanissimo, perciò, Cesare Gaetani si ritrova, raggruppando le due signorie, Principe del Cassaro e Marchese di Sortino in luogo di Ignazio Moncada, marito della cugina Anna, unigenita del ramo diretto dei Gaetani. Il suo nobile lignaggio lo colloca al 17° posto nel Parlamento siciliano e gli dà diritto ad avere un proprio corpo di armati e ad esercitare la giustizia.
Ben presto, però, il Signore comincia ad instillargli nel cuore un certo disgusto per le grandezze terrene ed una travolgente attrazione per le cose celesti; a ciò contribuisce anche la lettura di libri spirituali, e in particolare la Vita di San Francesco Borgia, già Duca di Gandia e Viceré di Catalogna, e quella di S. Luigi Gonzaga, Marchese di Castiglione e principe del romano impero.
Approfitta, un giorno, della visita del gesuita P. Tommaso Buscemi per fare una confessione generale, aprendogli anche il cuore e manifestandogli il suo desiderio di abbandonare il principato e consacrarsi al servizio divino in qualche ordine religioso.
Cesare avrebbe desiderato accelerare i tempi, rinunziare al titolo in favore del fratello Luigi, e farsi ammettere in quella Compagnia di Gesù che, come ha avuto occasione di scoprire, è quell’ordine religioso povero ed osservante che sta cercando e – a tal fine – scrive pure al P. Piccolomini, Generale della Compagnia.
La posizione sociale del giovane è però così importante da richiedere prudenza e questa il P. Generale consiglia sia a Cesare sia al Padre Provinciale di Sicilia, anche perché Donna Isabella non ha preso molto bene questa inclinazione del figlio. Il ragazzo, dal canto suo, è determinato e a confermarlo in questa sua scelta influisce non poco una breve permanenza presso il Collegio Massimo di Palermo durante un suo soggiorno nella capitale per affari di governo.

Casa Professa a Palermo in una cartolina d’epoca

Cappella di S. Francesco Saverio con ai piedi la tomba del Gaetani

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