L’Eucarestia domenicale e il Giorno del Signore

( parte prima)
Riflessioni teologico-spirituali  di Valeria Trapani
Facoltà Teologica di Sicilia San Giovanni Evangelista.

Eusebio di Alessandria (VI- VII sec.) scriveva in un sermone che molti attendono il giorno della Domenica, ma non tutti per lo stesso scopo. Sono passati parecchi secoli dall’epoca in cui il predicatore così ammoniva l’assemblea riunita nel giorno di domenica, eppure l’affermazione ci appare quanto mai attuale. Il ritmo festivo domenicale infatti è profondamente radicato nella nostra cultura, ma non lo sono altrettanto le motivazioni che lo originano. Si è gradualmente perduto il significato di questa ricorrenza festiva e la gente ha abbandonato la pratica religiosa più per ignoranza che per consapevole scelta di ateismo. La domenica è vissuta dal cristiano più come precetto che come esigenza. A riprova di ciò annoveriamo un numero sempre crescente di gente che si professa cristiana, ma non si accosta ai sacramenti. Gesù ha istituito l’Eucaristia il giovedì Santo, durante l’ultima cena, ma il giorno privilegiato per la celebrazione è diventato la domenica, giorno della risurrezione, e non il giovedì. L’eucaristia infatti non avrebbe avuto ragione di esistere se non ci fosse stata la risurrezione. Essa non è allora una ripetizione dell’ultima cena, ma non è neppure semplicemente la memoria della morte e risurrezione di Cristo. E’ piuttosto il memoriale del mistero della morte e risurrezione di nostro Signore, ossia la riattualizzazione del mistero e non la sua ripetizione, l’anamnesi e non la mimesi, la riproposizione sacramentale dei fatti della salvezza perché il loro effetto possa raggiungerci nell’azione liturgica. Per questo essa non può e non deve divenire occasione e motivo per drammatizzazioni più o meno teatraleggianti che tendono a riprodurre i fatti celebrati. L’eucaristia è infatti mistero celebrato in cui le Scritture, i testi eucologici e i segni della liturgia ci conducono all’incontro con Cristo risorto. Per questo i primi cristiani celebrano nelle case private, perché è Cristo il loro tempio, non necessitano di luoghi sacri. Ogni luogo è sacro in quanto Cristo vi è presente pregando nel suo nome. La domenica è giorno del Signore, della resurrezione, in cui si fa la colletta per i poveri di Gerusalemme, per la cui partecipazione è richiesta una precisa disposizione d’animo e una condotta equilibrata e sobria. Spezzavano il pane, pregavano e si scambiavano il bacio santo. L’eucaristia domenicale era per i cristiani un dato imprescindibile.

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