TRA MITO E REALTA’

( Patrizia Lipani)

 In assetto salottiero, in un’atmosfera familiare, animata da un pubblico giovane, si è svolto presso il centro culturale Biotos di via XII gennaio, il terzo incontro letterario organizzato dall’Associazione Volo e Assocultura . Il salone raccoglie in un pomeriggio infrasettimanale un folto numero di studenti- lettori, incuriositi dal testo e sensibili alle novita’, nota senz’altro positiva in un sempre più triste panorama culturale. Il romanzo in questione risulta classificato come fantasy, ma in realta’si presenta come un genere fuori da ogni schema, con reminiscenze culturali di un certo spessore che sembrano prendere il sopravvento. La civiltà classica latina e greca, i riferimenti letterari di scrittori contemporanei,le letture che hanno incuriosito la scrittrice durante il suo percorso di formazione , rivivono sotto le spoglie mitologiche dei personaggi del romanzo di Lavinia Scolari, scrittrice emergente, dal titolo “L’uomo dal campanello d’oro” edito da 0111. A colloquiare piacevolmente con la scrittrice e a soddisfare con una serie di domande la curiosità dei lettori è come di consueto la prof.ssa Gabriella Maggio, promotrice dell’iniziativa. Il romanzo in questione quindi si presenta come “fantasy” ma non sfugge ai più, il dato fondamentale che non siano presenti le peculiarità del genere, se non nei caratteri generali. Manca oltre allo sviluppo di qualche elemento caratterizzante, l’abbandono alla narrazione ,non c’è un vero sviluppo della trama,manca l’ affabulazione facile. E’ un libro che proprio per la sua struttura deve essere letto tutto d’un fiato, e’ come se si stabilisse una sorta di patto narrativo,che spinge il lettore a restare vigile dall’inizio alla fine ,che lo spinge a ritornare indietro e andare avanti con una certa solerzia, per riprendere ciò che sembra essersi perso via via che si procede nella lettura o quando cambia il punto di vista. Il fantasy storicamente nasce a ridosso della Rivoluzione Industriale , offre ai lettori una visione del mondo più soddisfacente, un mondo parallelo in cui è possibile osservare il confronto tra il bene e il male. La realtà appare abitualmente animata da elementi che generano inquietudine, fantasmi, figure demoniache, situazioni strane che appaiono solo attraverso i sogni in ogni caso in veste ambigua,e tra il certo e l’incerto non si riesce ben a cogliere la linea di demarcazione , pensiamo al noto “Signore degli anelli” di Tolkien punto di riferimento del genere fantasy d’età moderna. Ma se al fantasy si mescola il mito classico riusciamo a giustificare la novità del racconto della Scolari. Il mito viene presentato in una dimensione onirica, in uno spazio appena accennato, il tempo della narrazione risulta lento e irreale è il tempo interiore, vissuto dal personaggio riflesso, un tempo sfuggente,frammentato ,a tratti continuo,con flashbak, la narrazione si dipana come un giallo,e in questa realizzazione viene fuori la “sperimentazione” di cui parla la neoscrittrice una rielaborazione di un patrimonio culturale di cui si è nutrita negli anni degli studi superiori e universitari, Omero, Borges, Pavese, Diderot ,rivivono nella creazione dei personaggi, nelle tematiche sviluppate, nella ricerca esistenziale, nella causalità dell’esistenza . Tutto riemerge attraverso la memoria e ad essa attribuiamo un valore unico, importante per il recupero della nostra identità , ciò che siamo e ciò che non siamo. Scelta consapevole della scrittrice è ingannare il lettore offrirgli una serie di input, stordirlo,giocare con la realtà,immergersi nel sogno . Ne “L’uomo dal campanello d’oro” i giovani protagonisti riscoprono la loro identità e ne comprendono l’importanza attraverso il mito, non certamente la mitologia nordica ma quella classica,quella “nostrana”e attraverso essa , ritrovano le loro radici, le loro esperienze ,la vita stessa. I miti si rivelano a chi con atto d’amore disinteressato li fa rivivere in sé, li nutre con le parole della sua lingua, diversa da quella delle loro origini. La storia è narrata attraverso punti di vista diversi,quelli dei personaggi,per cui rivivono attraverso le loro varie esperienze. Ritroviamo in tal modo una pluralità di voci che genera un insieme di riflessi della vicenda che finisce per moltiplicare le esperienze dei personaggi. Dei personaggi non sappiamo nulla,nulla della loro storia, nulla del loro destino. Questo è un aspetto che più incuriosisce. I giovani sono colti all’improvviso sulla spiaggia dal risveglio delle figure mitologiche che vivono sopite nel loro animo e da esse sono attratte e su di essi il tempo con il suo campanello d’oro ricostruirà l’assetto del mondo. Tali figure rappresentano la nostra origine ,la nostra cultura, il nostro nutrimento, strumento di conoscenza e di identità e aspettano il momento propizio per risvegliarsi per essere portati in vita ma per un breve periodo, il sonno li trascinerà nell’oblio, la dilagante superficialità culturale non permetterà che essi possano vivere nel presente arido di valori .

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