LA VITALITA’ DELLA PAROLA- Parte prima

(Rossella Cerniglia)

La poesia è un modo di esprimere una visione e una conoscenza della realtà attraverso modalità che le sono proprie, vale a dire attraverso un linguaggio che ha caratteristiche proprie e che è, appunto, il linguaggio poetico.

Vi sono svariati modi per esprimere il proprio pensiero intorno alle cose: lo scienziato adopera il linguaggio che è proprio della scienza che egli esplora, su cui conduce le proprie ricerche; il matematico si serve anch’esso di un linguaggio che gli è proprio, che gli appartiene o meglio che appartiene alla scienza che egli studia ed è il linguaggio matematico, quello dei calcoli numerici e delle regole individuate in quest’ordine di conoscenze. Così fa anche il musicista servendosi delle note che fanno parte del linguaggio della musica e sono ciò attraverso cui la musica si esprime.

Così fa il pittore e l’architetto. Anch’essi esprimono attraverso un proprio linguaggio una visione della realtà che rimane a fondamento della propria opera. In tal modo, tutti i saperi, nel loro insieme, contribuiscono alla conoscenza il più possibile completa dell’intera realtà, del Tutto che ci circonda.

La poesia è, dunque, un linguaggio che ha proprie regole. Esso parla al cuore e alla mente dell’uomo e suscita in esso il senso della bellezza e dell’eterno. La poesia ricerca, infatti, non ciò che è superficiale nel mondo, ma la verità più propria, il fondamento delle cose, la loro parte più intima e nascosta, il nucleo più insondabile che pure urge di venire alla luce della conoscenza. La poesia è, dunque, una ricerca di verità, aspira alla conoscenza di una Verità ultima, di tutte le cose, una verità che sia il fondamento del Tutto.

Nel nostro tempo si vuole che tutto cambi, e cambi in fretta, e niente rimanga. Nel nostro tempo ”usa e getta” pare che anche il pensiero e la parola non siano fatti per restare, ma presto si confondano e si perdano come uno dei mille prodotti dell’attività umana, anch’essi fagocitati da un consumismo che accartoccia e getta via ogni cosa. Così, in questo nostro mondo consumato dalla fretta, dove tutto appare presto frusto e logoro, anche le idee scorrono via veloci e nulla è pensato per restare. Ogni cosa è come masticata in fretta, in fretta evacuata perché il nuovo incalza. In seno alla realtà non esistono più valori permanenti, cui riferirsi, tutto scorre in questa fiumana; anche qualcosa che avrebbe ragione di resistere è portato via nei gorghi di liquami e spazzatura che sommergono il nostro benessere e la nostra voracità di consumatori di beni materiali e immateriali.

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