P. Paolo Restivo … un illustre sconosciuto siciliano- Prima parte

( ANTONINO LONARDO)

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La Sicilia, come noto, è terra di emigranti, perciò, molto probabilmente, nomi come Brasile, Argentina, Paraguay evocano – nell’immaginario collettivo siciliano – immagini di paesi "conosciuti".

Più improbabile che gli stessi soggetti siano a conoscenza dell’esistenza di una lingua "guarani". Guaranì è il nome di uno dei gruppi tribali più importanti del Sud America, residenti principalmente nell’antico territorio tra i fiumi Uruguay e basso Paraguay, in quello che oggi è il Paraguay[1] e le Province di Corrientes e Entre Rios in Argentina.

Guaranì, con l’accento sull’ultima sillaba, è anche il nome del loro linguaggio, parlato dalla maggioranza della popolazione; si stima che circa 22 milioni di persone, o il 70% della popolazione della zona, parli guaranì, lingua che appartiene alla famiglia Tupì-Garanì.

Eppure quello che viene considerato uno dei maggiori conoscitori di questa lingua e’ un siciliano!

Un "cervello" emigrato all’estero, possibilmente alla fine del XX° secolo, per ovviare alla carenza di adeguate strutture universitarie in Italia ed approdato ad uno di quei campus americani dalle librerie immense piene di computer, penserete.

No; si tratta di un "semplice" gesuita siciliano vissuto a cavallo tra il XVI° e il XVII° secolo: P. Paolo Restivo S.J.

Poco si sa della vita e delle opere di questo padre; in effetti, non è mai stato oggetto di alcuna biografia specifica come il suo maestro, il più famoso P. Antonio Ruiz Montoya.

Paolo Restivo nacque a Mazzarino (Caltanissetta) il 30 agosto 1658. Entrò nel Noviziato della Compagnia di Gesù di Palermo il 20 aprile 1677 ed ivi emise i primi voti il 21 aprile 1679.

Ordinato sacerdote probabilmente nel 1688, viene descritto di "buona corporatura, bianco, capelli quasi neri" nel registro di imbarco della spedizione organizzata dal P. Parra, con la quale giunge a Buenos Aires il 6 aprile del 1691.

Operò successivamente tra i guarani (1691-1706; 1725-1740), i chiquitos (1707-1713) e i chiriguanos (1718), dove – probabilmente – apprese la lingua guaranì, in quanto i chiquitos non fanno parte di questa famiglia linguistica.

Occupò anche posti di responsabilità, e fu Rettore dei Collegi di Salta (Argentina) dal 1715 al 1718 e di Asuncion (Paraguay) dal 1723 al 1724, dove si trovava quando don Josè de Antequera ordinò l’espulsione di tutti i gesuiti dal paese. Fu anche Superiore generale delle Missioni guaranitiche dal 1° di marzo 1719 al 16 febbraio 1721.


[1] Paraguay è parola di origine “guaranì” che significa “luogo dalle grandi acque”.

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