Un’altra Spagna

(Renata De Simone)

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Santiago-il Santuario

Che siamo in Spagna ce lo ricordano le grandi sagome nere di tori che appaiono all’improvviso su un’altura o sul ciglio di una delle ampie strade che offrono ai turisti su quattro ruote un comodo accesso a realtà urbane e rurali di grande bellezza e varietà paesaggistica. Dall’ampia meseta, per chi venga da Madrid diretto al nord, si passa ad un paesaggio caratterizzato dallo snodarsi di fitte foreste, ondulati e lussureggianti crinali, interrotti da improvvisi squarci di mare che si fanno spettacolari man mano che si procede ad ovest verso la costa atlantica Si affaccia sul golfo di Biscaglia una terra che porta ancora i segni di un antico popolo che la abitò in epoca preromana, il mitico popolo dei Celti. Lo percepiamo dal suono delle cornamuse che ci accompagna nel nostro viaggio con destinazione Santiago, meta ambita di viandanti e pellegrini che a piedi o in bici aspirano all’agognato abrazo dell’apostolo Giacomo, di cui si conservano per antica tradizione i resti mortali. Ce lo ricordano i totem in pietra disseminati per lo più nei centri abitati e i granai costruiti su pilastri, gli horreos, che affiancano le case coloniche.

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Santiago-Danze davanti al santuario

Ce lo ricordano a Vitoria, capitale dei paesi baschi, i pittoreschi costumi indossati nei giorni festivi dagli abitanti orgogliosi della loro identità rappresentata dai copricapo schiacciati sul capo, le morbidissime scarpe in cuoio con lunghi lacci legati fin sotto il ginocchio e i variopinti fazzoletti allacciati al collo, ornamento di uomini, donne, bambini, fin dalla più tenera età.

Vitoria-Costumi Baschi

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Non diverso è il contesto umano e ambientale se dalla Spagna ci si sposta in territorio francese, come nella vicina Bayonne. Stessa gente ospitale, stessa cucina al sapore di mare, stessa caratterizzazione urbana, fatta di chiese dall’impronta gotica e piccolo artigianato locale. Dal mondo di streghe e folletti che affollano la storia dei luoghi dove pure la lingua si vuole distinguere dalla ufficialità del castigliano, seguendo il cammino dei pellegrini, attraverso paesaggi mozzafiato si arriva all’imponente Santuario che in un tripudio di ori, preziosi retabli e mirabili scenografie scultoree segna il punto d’arrivo di ogni ricerca umana e del suo insopprimibile anelito spirituale. Si rimane come frastornati e sbigottiti da quello che appare un eccesso ma che pur sembra giustificare e coronare il desiderio di una lunga ricerca.

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Sul Cammino di Santiago

E’ la definitiva tappa di chi è vissuto per giorni, talvolta per mesi, nella solitudine, nel silenzio, nella fatica di un cammino che richiede l’essenziale, lo stretto necessario per affrontare la via, un bastone per appoggiarsi, una borraccia per bere, una conchiglia per la propria identità. Santiago è la gioia dell’arrivo, il delirio di ritrovarsi, di sciogliere finalmente ogni angoscia in un continuo, interminabile alleluia di canti, di balli, di bandiere, di abbracci e di girotondi in cui si incontra una variopinta, diversa eppur simile umanità che si riconosce uguale in quel lunghissimo interminabile ed emozionante abbraccio.

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La Conchiglia del Pellegrino

Emozionante fino alle lacrime che sono un tutt’uno con il riso e con la gioia, gioia della ritrovata e riscoperta identità umana.

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