MASSACRO ALLE PRIBILOF

( Walter Bonatti*)

 

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“ Il mio viaggio nel Grande Nord è praticamente concluso, ma siccome mi resta qualche giorno libero prima del ritorno in Italia, decido di dedicarlo a una visita nell’isola degli orsi marini, che hanno trovato da secoli la loro dimora ideale nel gruppo delle Pribilof. Fin dall’antichità le leggende del Nord parlavano di una bestia misteriosa, l’orso marino, che viveva segregato dal mondo in alcune isole sconosciute del nord Pacifico. Alla fine del ‘700 un navigatore russo al servizio degli Zar, Gerassim Pribilof, scoprì quelle isole, che oggi portano il suo nome, e vi trovò sterminati branchi di questi animali. Successivamente vennero i grandi massacri suscitati dall’avidità per le pelli pregiate…Intervennero allora le autorità americane per proteggere la specie. La nebulosità sulle Pribilof è costante ed offre un rifugio ideale all’orso marino, che vi si rifugia in estate. Nelle altre stagioni gli orsi vivono nelle acque alaskane, dove si cibano di acciughe, aringhe, salmoni e calamari. …

L’orso somiglia un po’ alla foca, ha pinne molto larghe che usa come zampe sulla terraferma. Il maschio arriva a pesare anche quattrocento chili, mentre la femmina supera raramente i cinquanta. L’uomo lo caccia per la pelliccia morbida e lanosa, così impermeabile all’acqua che rimane asciutta anche dopo che l’animale è rimasto immerso per ore nel mare. Il colore grigio della pelliccia si trasforma in giallo bruno durante l’estate, nella stagione degli amori sulle isole, allorché ogni maschio diventa il capo di una specie di tribù di femmine che si aggira sui quaranta capi.

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La << mattanza>> periodica ha le sue regole tradizionali e spietate. Prima che spunti l’alba del giorno stabilito, decine di uomini entrano in azione sulla costa dell’isola spingendo i branchi verso l’interno. Qui li attendono altri uomini armati di lunghe mazze. Scelgono gli orsi maschi, lasciando da parte quelli che giudicano più adatti alla riproduzione: poi con un solo terribile colpo sul cranio fulminano le loro vittime. C’è una regola quantitativa e qualitativa da rispettare perché il Dipartimento degli interni degli Stati Uniti è rigorosissimo: lo sfruttamento della pelliccia non deve portare alla distruzione della specie .L’ultima immagine del mio viaggio nel Grande Nord è questa distesa di grossi animali immoti, abbattuti con un solo colpo di mazza al capo”.

*Walter Bonatti è morto il 13 settembre 2011. Non è stato soltanto uno scalatore eccezionale, ma un esploratore ed un giornalista. Nel 1966 il settimanale Epoca ha pubblicato per la serie “ Le grandi avventure di Walter Bonatti” il Massacro alle Pribilof ( n.d.r.).

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