“Il Magnifico Incisore” Giuseppe Vasi da Corleone

(Corleone, 27 agosto 1710 – Roma, 16 aprile 1782)

(Carmelo Fucarino)

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30 settembre – 20 novembre 1994 Palazzo Braschi – “L’immagine di Roma nell’opera di Giuseppe Vasi incisore” – Esposizione di 90 acqueforti – Gabinetto Comunale delle Stampe.  «Particolarmente apprezzabile è la padronanza palesata dal Vasi, della tecnica dell’acquaforte, nell’adottare, con tempi di azione più o meno prolungati, un mordente meno aggressivo dell’acido nitrico, che permette di ottenere particolari effetti di profondità atmosferica e viva morbidezza nei contrasti chiaroscurali» (Paola Apreda).

5 marzo 2011 – Princeton University of Oregon – Schnitzer Giordano Museum of Art Mostra:”Lasting Impressions of the Grand Tour: Giuseppe Vasi’s Rome”  Se si ha la pazienza di fare un giro sul web alla voce “Giuseppe Vasi” si rimane strabiliati per la sua forte presenza ancora oggi nelle Gallerie e nelle Aste, qualcuna con l’avvertenza che preferisce dare le quotazioni personalmente. Eppure sono 300 anni, e non sembrano quelli che il prof. Leoluca Sciortino, dirigente della Scuola Media di Corleone che porta il suo nome, ha voluto celebrare con un Convegno di Studi, un lungo tour de force di un’intera giornata, coordinato dall’infaticabile dott. Antonino Marchese, e al quale hanno aderito ben diciotto esperti, con predominanza di storici dell’arte.

 

La fortuna di un uomo si può misurare dalle opportunità che l’ambiente gli ha offerto, dalle occasioni che gli ha concesso la società in cui è vissuto. Bisogna dire che il ragazzo partiva da una condizione di svantaggio. Nascere nella Corleone del 1710 era un azzardo. Basta dare uno sguardo all’Europa di inizio Settecento e alla posizione del Regno di Sicilia, piccola pedina nel gioco dei grandi Stati che si contendevano la spartizione del Mondo allora conosciuto. Bastava la morte di un sovrano che per i complicati intrecci matrimoniali si attivassero disastrosi conflitti dinastici, che potevano già allora dirsi mondiali. Ecco, Giuseppe Vasi nacque in anni turbinosi tra rumori di guerra e trattative di tregua, proprio nel pieno della decennale guerra di successione spagnola (1700-1713), quando la Sicilia sprofondò nel caos tra lo strazio di carestie e pestilenze, l’imponderabile di terremoti, gravi turbamenti sociali (la celebre Controversia Liparitana per un pugno di ceci). Visse l’infanzia a Corleone nel momento in cui si inaugurava la nuova dominazione dei Savoia, per la prima volta giubilati “re” e nei primi trentacinque anni del Secolo in cui si sarebbero susseguite in Sicilia ben quattro dinastie. Proprio in quel 1734 di ristabilita pace e del nuovo ordine di Carlo III, il ventiquattrenne Vasi dipinse un affresco a Corleone nella cappella di un ex convento del 1600, certificando di proprio pugno il momento esatto della sua vita: in calce a un dipinto: studens Joseph Vasi corleonis pinxit 1734. Per le sue capacità nel 1736 il Regio Senato palermitano gli commissionò dieci stampe che rappresentavano i festeggiamenti per l’incoronazione di Carlo III, La reggia in trionfo, assieme a Pietro La Placa. Il successo e i rapporti romani del viceré Bartolomeo Corsini, nipote di papa Clemente XII Corsini, furono nel 1737 il trampolino di lancio verso la capitale papale, ambiente fertile per gli artisti. A Roma, sotto la protezione dell’ambasciatore di Napoli, cardinal Troiano Acquaviva, entrò in contatto con altri suoi protetti, come il pittore Sebastiano Conca e gli architetti Luigi Vanvitelli e Fuga. Qui avviò una bottega calcografica ben presto divenuta famosa e si specializzò in veduta architettonica. Già nel 1740 doveva essere assai affermato, se il più celebre ed estroso Giovan Battista Piranesi, che lo avrebbe messo in ombra per fama, scelse la sua bottega di calcografia. Nel 1747 dovette essere già ben introdotto nell’ambiente papale romano, se proprio in quell’anno pubblicò il volume, Delle magnificenze di Roma antica e moderna – libro primo che contiene le Porte e mura di Roma, dedicate alla sacra Real Maestà di Carlo, infante di Spagna rè delle Due Sicilie, da Giuseppe Vasi da Corleone pittore incisore architetto e pastore arcade e dal medesimo fedelissimamente disegnate ed incise in rame. Dal 1748 abitò sempre a Palazzo Farnese, in un appartamento messogli a disposizione da Carlo III, al quale fu sempre devotissimo, essendo suo incisore regio e "guardaroba". Qui apprese o perfezionò l’arte di incisore e apprestò gli altri nove volumi della monumentale e ponderosa opera con ben 242 incisioni fino al 1761. Copia dell’opera nella Library of Congress di Washington. Nel 1763 stampò l’Itinerario istruttivo per ritrovare le antiche e moderne magnificenze di Roma, opera di grande successo che divenne la guida turistica più diffusa fra gli stranieri. Nel 1765 compì il Prospetto dell’alma città di Roma dal Monte Gianicolo, in 12 fogli. Durante i papati di Clemente XIV (1769-1774) e del celebre Pio VI (Braschi, 1775-1799) la sua scuola di incisore dovette essere assai frequentata e dovette essere ritenuto un grande maestro.

Per chi vuol conoscere de visu l’opera e la tecnica sei sue preziose stampe si trovano nell’Aula Consiliare del Municipio di Corleone.

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