STRATIGRAFIA DEL COMUNE DI PRIZZI di CARMELO FUCARINO – IL NOVECENTO

(Gabriella Maggio)

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Lunedì 20 febbraio 2012 nella Sala delle Lapidi del Comune di Palermo Carmelo Fucarino ha presentato ad un numeroso e colto pubblico il volume conclusivo della sua storia di Prizzi relativo al ‘900 ; relatori Alberto Campagna, presiedente dell’assemblea consiliare dl Comune di Palermo, Antonino Garofalo, sindaco di Prizzi, Giovanni Ruffino linguista, Carlo Marino storico, Mario Centorrino, assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale della Regione Siciliana. Parole di encomio sono state pronunciate dai relatori per la ricca e dotta opera giunta al traguardo dopo un lungo ed a volte impervio cammino percorso dallo storico prizzese, con pazienza instancabile ed acribia critica, raccogliendo ed interpretando documento dopo documento le vicende della Prixiensis Universitas, spesso lottando con la polvere del tempo e la difficoltà di consultazione dei documenti.

Carlo Marino ha messo in risalto l’ampiezza della costruzione dell’opera che non si mantiene sul piano esclusivamente locale, ma si innesta tanto nella storia regionale e nazionale che si può definire una storia della Sicilia considerata dal punto di vista di Prizzi. Giovanni Ruffino ha invece elogiato la scelta del termine stratigrafia per indicare la storia perché in Sicilia i fatti storici delle varie epoche si sono aggiunti gli uni sugli altri. Col metodo annalistico di Tito Livio, storico latino del I sec. a. C. autore di un ‘immensa opera storiografica “Ab urbe condita libri”, coniugato con l’indirizzo storiografico dell’ Ècole des Annales Carmelo Fucarino ha rivolto “somma attenzione al mutamento delle strutture socio-politiche ed all’uomo colto nella sua dinamica psicologica ed antropologica” ( Prefazione in forma di commiato pp.10-11-Stratigrafia del Comune di Prizzi vl. III). Ma più importante di ogni giudizio ed elogio dell’opera imponente nella mole è stata la commozione dell’autore non soltanto per il compimento dell’opera e per l’amore che ha così mostrato per il suo paese e per i compaesani ai quali ha fatto dono di tanti anni di lavoro, ma per il luogo in cui è avvenuta la presentazione, simbolo della storia di Palermo. La presentazione ha acquistato così il sapore di un approdo, raggiunto dopo un lungo desiderio ed un percorso partito da lontano e non privo di difficoltà, a testimonianza inconfutabile dell’esserci nella storia per averla scritta, “fedelmente e con onestà ( idem)” e pertanto vissuta tutta momento dopo momento. Inevitabile il ricordo del poeta latino Orazio :“ sume superbiam quaesitam meritis ” (assumi orgoglio che i tuoi meriti ti guadagnarono – trad. di E. Turolla) .Non credo che ci siano parole più penetranti di queste che il poeta latino Orazio nell’ode XXX del III libro dice di sè. Un autore è classico se riesce a parlarci sorprendendoci sempre.

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