25 APRILE 2012
( Gabriella Maggio )
Oggi ricorre il sessantasettesimo anniversario della liberazione dal fascismo e dal nazismo, i due totalitarismi che hanno segnato tristemente la storia dell’Europa nella prima metà del secolo scorso. Oggi il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando la ricorrenza a Pesaro ha detto:” La Festa della Liberazione è anche festa della riunificazione dell’Italia brutalmente divisa in due, dopo l’8 settembre del 1943, dall’occupazione tedesca. Anche di ciò – di quel terribile, sanguinoso periodo di divisione del nostro paese, che avrebbe potuto essere fatale per il futuro dell’Italia – bisogna continuare a rievocare e trasmettere la storia….
. dinanzi alla crisi che ha investito l’Italia e l’Europa, nel quadro di un profondo cambiamento mondiale, abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza, e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile che nella Resistenza venne da tanti riscoperto per essere poi quotidianamente praticato…. oggi cresce la polemica, quasi con rabbia, verso la politica. E si prendono per bersaglio i partiti, come se ne fossero il fattore inquinante. Ma per capire, e non cadere in degli abbagli fatali, bisogna ripartire proprio dagli eventi che oggi celebriamo. Come dimenticare che proprio da allora, dagli anni lontani della Resistenza, i partiti divennero e sono per un lungo periodo rimasti l’anima ispiratrice e il corpo vivo e operante della politica? I partiti antifascisti furono innanzitutto la guida ideale della stessa Resistenza, che non si identificò con nessuno di essi, che non ebbe un solo colore, che si nutrì di tante pulsioni e posizioni diverse, ma dai partiti trasse il senso dell’unità e la prospettiva della democrazia da costruire nell’Italia liberata. E furono quei partiti i promotori e i protagonisti – sospinti dalla forza del voto popolare – dell’Assemblea Costituente, dando vita a quella Costituzione repubblicana che costituisce tuttora la più solida garanzia dei valori e dei principi che scaturirono dalla Resistenza.….Occorre allora impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo. E’ questo che occorre : senza abbandonarsi a una cieca sfiducia nei partiti come se nessun rinnovamento fosse possibile, e senza finire per dar fiato a qualche demagogo di turno”. Cari lettori e Care lettrici, non ho trovato parole migliori per ricordare il 25 aprile 1945.