DA CAPORETTO A VITTORIO VENETO

(Gabriella Maggio)

Dalla battaglia di Caporetto all’offensiva sul Piave, che culmina nella battaglia di  Vittorio Veneto, trascorre soltanto un anno dal 24 ottobre 1917 al 27 ottobre 1918. Ma il successo non è imputabile soltanto all’avvicendarsi dei generali al comando supremo, Diaz sostituisce Luigi Cadorna, quanto al fatto che il grande sforzo bellico dell’Italia, frettolosamente intrapreso nel 1915, durante i mesi di neutralità, giunge a completa realizzazione. Infatti la Grande Guerra è guerra industriale oltre che di massa. L’uso di un numero rilevante di autocarri pesanti consente in quell’anno di rifornire le truppe degli armamenti necessari. Migliorano le prestazioni delle mitragliatrici e  aumenta il numero  degli aerei  e delle piccole unità navali, che con le loro incursioni affiancano l’azione delle truppe di terra, rendendo decisivo l’intervento dell’ultima leva militare, i ragazzi del’99. I sopravvissuti, nel 1968, cinquantenario della vittoria, con la legge 263 al fine di esprimere la gratitudine della Nazione vengono insigniti del titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. La immediata richiesta d’armistizio da parte dell’Austria-Ungheria, firmato il 4 novembre a Villa  Giusti presso Padova, pone fine alla Grande Guerra, cogliendo di sorpresa le industrie impegnate nella produzione bellica che avevano previsto un periodo più lungo di produzione. La crisi di sovrapproduzione inciderà sull’economia postbellica.

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