PROPAGANDA

(Gabriella Maggio)

Quando  M.T. Cicerone nell’anno 64 a. C. si candida da homo novus al consolato, il fratello Quinto, pur fiducioso nelle qualità personali dell’oratore, crede necessario scrivere per lui un manuale di propaganda, Commentariolum  petitionis, che si può compendiare in una frase contenuta nelle prime righe : sebbene le doti naturali contino di più, tuttavia, in un impegno che dura pochi mesi, la simulazione delle doti può far presa  di più di queste ( trad. di chi scrive). Queste parole contengono in nuce quanto oggi  mette in pratica chi volendo influenzare la volontà di  altri, fa propaganda. Il termine viene dal verbo latino propagare, ampliare, estendere, propagare nel senso di piantare, ma anche in quello umano di avere una discendenza. Assume il significato odierno nel 1622 con la costituzione della Sacra congregatio de Propaganda fide, organo centrale e supremo per la propagazione della fede con un duplice compito: mirare all’unione delle Chiese ortodosse e protestanti e promuovere ed organizzare la missione tra i non cristiani”. V. Palmer nel 1843 fonda un’agenzia per gestire gli spazi pubblicitari sui quotidiani e segna l’inizio della forma moderna di propaganda sui più diffusi mezzi di comunicazione. Negli stati democratici la propaganda si afferma con  significato positivo  come strumento di libera competizione. L’accezione negativa del termine, che oggi è molto  diffusa anche negli stati democratici,  è legata ai totalitarismi del ‘900, che l’hanno usata  per cementare la diffusione delle ideologie dei regimi tra le masse, sfruttando la tecnologia più innovativa per i tempi, cioè la radio, e manipolando adeguatamente l’informazione in modo che giunga a tutti. La diffusione recente  dei social media, salutata come democrazia globale, proprio a causa della possibile e facile manipolazione  dell’informazione che vi circola, sembra ora una minaccia  alla democrazia stessa. Le cronache politiche recenti forniscono diversi esempi di post-verità e fabbrica del consenso, che studia i nostri pregiudizi con cui fronteggiamo la straripante quantità di informazioni, per indirizzarci, attraverso la propaganda, verso una meta che sicuramente ci appartiene poco. Questo comincia ad impensierire  le menti più attente. Ma La soluzione del problema non sembra  a portata di mano.

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