LA FAVORITE

(Salvatore Aiello)

John Osborne e Sonia Ganassi © rosellina garbo 2019

Altro appuntamento per la Stagione 2019 del Massimo con La Favorite per la prima volta sulle nostre scene nell’edizione critica di Rebecca Harris Wallick. L’opera donizettiana, grand opéra, dopo alterne vicende nella produzione del bergamasco, vide la luce a Parigi nel 1840, la capitale francese che in quei giorni ospitava i più grandi compositori alla Corte di Gioacchino Rossini.  La Favorite che era il risultato di recuperi tra cui quell’Ange  de Nisida archiviata dopo il fallimento del Theatre de la Renaissance, ebbe un certo successo e il libretto di Alphonse Royer, Gustave Vaez ed Eugene Scribe fu tradotto in varie lingue,in Italia fu La Favorita; recentemente gira l’edizione originale. L’opera in quattro atti ha una cifra privata, intima, in cui si staglia Fernand, simbolo della libertà, vittima della sua visione pura del mondo emblema della difesa dei valori, soprattutto l’onore, un uomo-frate dimidiato tra  lusinghe della terra e aneliti mistici e con lui, su uno sfondo storico, fanno spicco la vita di Corte, l’amore agitato del sovrano ed  Eleonor, la maitresse du roi. A Palermo tornava, dopo recenti spettacoli d’avanguardia, un’edizione tradizionale rispettosa al massimo dell’Autore con le preziose scene di Francesco Zito, dei suoi meravigliosi costumi (broccati, velluti, rasi) ben valorizzati dalle sapienti luci di Caetano Vilela e con la funzionale regia di Allex Aguilera. Francesco Lanzilotta alla guida dell’orchestra ci ha entusiasmato per la conduzione incisiva e intenta a restituire tutto il carattere strumentale della partitura con ritmi decisi, sonorità marcate nei momenti più drammatici e arcate melodiose sempre attento al palcoscenico lasciando all’interprete libertà di esprimere. Sonia Ganassi è stata una protagonista di grande rilievo nel calarsi come interprete a restituire tutto il tormento di donna da una parte umiliata  e raggirata, dall’altra di innamorata che nella morte trova redenzione. Solida e di grande esperienza la sua vocalità come pure coinvolgente il suo gioco scenico regalando momenti di vero teatro nelle parti d’insieme e nella sua grande scena del terzo atto “O mon Fernand” scoglio di prova delle grandi interpreti.

                     ph © rosellina garbo 2019

Molto convincente e partecipe il Fernand di John Osborn che ha colpito lo spettatore con la sua voce estesa, sicura e per un canto naturale e morbido scalando all’acuto con perizia e marcato squillo; d’antologia “Ange si pur”che ha riscosso vivo consenso. Con i due protagonisti bene si inseriva l’Alphonse di Mattia Olivieri con pienezza vocale e attente flessioni nell’assecondare impeti e spinte seduttive ma scenicamente non sempre confacente ad atteggiamenti regali. Marko Mimica (Balthazar) risultava credibile per autorevolezza scenica e vocale così pure l’Ines di Clara Polito. Completavano professionalmente il cast  Blagoj Nacoski (Don Gaspar) e Carlo Morgante (Un seigneur). Risultava elegante la coreografia delle  danze del secondo atto curata da  Carmen Marcuccio e vigoroso il Coro diretto da Piero Monti  contribuendo a dare risalto alla vicenda. Il numeroso pubblico ha pienamente applaudito lo spettacolo di eccellente qualità degno della tradizione  del nostro  Teatro.

 

 

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