ALFIERI, LA RIVOLUZIONE, LA SCHIAVITÙ
(Tania Morsini )
La recente nuova edizione del Misogallo ,“l’odiatore dei Francesi”, di Vittorio Alfieri a cura di M. Navone per l’editore dell’Orso ripropone all’attenzione del pubblico un autore , che tende a diventare di nicchia. L’opera, edita per la prima volta nel 1799, è una raccolta di prose e versi di accesa polemica, dichiarata sin dal titolo, contro la Rivoluzione francese, considerata come una forma di tirannide ancora peggiore di quel dispotismo che essa ha voluto abbattere. Lo scrittore invita l’Italia, a cui non manca di lanciare frecciate polemiche per le perenni divisioni, a ritrovare la dignità e la grandezza perdute in un’idea di nazione in antitesi col cosmopolitismo illuministico. Questo nazionalismo sostenne il mito risorgimentale di Alfieri come padre della patria. L’autore nell’opera presenta un’alternativa alla rivoluzione, quella monarchica e costituzionale sul modello inglese, “al cui Re / vere leggi incatenano le mani”. La polemica politica era martellante in quegli anni di fine ‘700 in Europa ed era un modo per trattare il tema della libertà dei popoli.