LA CARROZZELLA ELETTRICA E PERCHÉ NO IL RISCIÒ ELETTRICO?

Carmelo Fucarino

I giovani come me di una certa età ricordano e cantano con allegria il “moderato swing”:

«Il cavallo sa come deve andar se c\’è una coppietta.
piano se ne va, senza galoppar tanto non c\’è fretta.

Ah! Come è delizioso andar sulla carrozzella,
sulla carrozzella sotto braccio alla mia bella
».

(Riccardo Morbelli/Gino Filippini, eseguita nel 1939, da Odoardo Spataro e poi Claudio Villa e Caterina Valente, provate).

È una decennale battaglia americana che trova protagonista il luogo simbolo di New York, il Central Park. Chi è stato nella Big Apple e non ha fatto una passeggiata in carrozzella nel giardino, non ha gustato la delizia del luogo al calpestio degli zoccoli, mentre gli uccelli ti incantano e gli scoiattoli sono curiosi e sospettosi. Miei compaesani prizzesi dei Vallone, ma anche dei miei omonimi Fucarino, fra le migliaia di nostri concittadini, fra cui l’ex presidente del Consiglio di NY e i figli consiglieri, vi hanno una piccola azienda. Da anni la questione dei diritti dei cavalli del Park è stata all’ordine del giorno. Si badi, dei diritti, lontana l’idea dell’abolizione, è un’attività economica come le altre. Nella forte salita della Fifth Avenue, un giovane mi ha portato con il piccolo risciò sotto la pioggia a zigzag. È un lavoro, anche se per spasso del turista, come ormai la maggior parte delle attività ludiche che stanno predominando in investimenti e resa su quelle industriali, la nuova mondiale attività turistica. È perché no, un lavoro come quello del gallonato cocchiere e come tale il sindaco Michael Blomberg ha emanato ad aprile un’ulteriore ordinanza che ha valore di obbligo che stabilisce cinque settimane di ferie l’anno al cavallo trainatore. Chissà quanti statunitensi vorrebbero sottoscrivere questo contratto, dato che per loro non esiste una legge al riguardo. Se li vedono in sogno tanti giorni di ferie, solo due settimane, con stipendi da fame, senza assistenza sanitaria e senza pensione. Va da sé che come per l’uomo sono da escludere tassativamente le violenze fisiche e morali e le situazioni estreme, anche le esposizioni climatiche. Altro che cocchiere di Via U.A. Amico del 1960 che al mio direttore del S. Rocco che gli disse “lascialo stare”, mentre frustava il suo cavallo a sangue, ebbe come minaccia, “stassi zittu ca ce n’è puru pi lei”. In questa nuova impostazione del lavoro animale avverrà presto una vera rivoluzione, con contrattazioni sindacali (qualche ritocco al vitto per qualità e quantità, orzo raffinato e solo  fieno di sulla) e nuove prospettive per il benessere di animali lavoratori. E l’assistenza sanitaria e la pensione e un buon ospizio, come le mucche sacre indiane, quando finirà di tirare la carretta? Era già l’elefante del terzo mondo a godere il riposo settimanale. Ci sono no-profit che si preoccupano dell’estinzione di specie animali e vegetali. Nel nostro piccolo habitat alcuni animali sono quasi estinti, animali con i quali siamo cresciuti in simpatia ed amore, parlo del mulo, quel lavoratore instancabile e senza giornate libere, neppure a trasportare cannoni sulle Alpi. Oggi si può assassinare da lontano con un oggettino teleguidato, il nemico si assassina, senza l’antica finzione del giudizio. Seguirà a breve l’asino, l’aiuto dei poveri, la mia asina con la quale parlavo. Qualcuna è allevata per il latte pregiato. Naturalmente vi credete che sono cose d’America. E qui è l’errore, il mondo è globale, come i diritti. Domani a Palermo sarà promossa dalle associazioni Ada, Cadapa, Enpa Carini, Felici nella coda, Lega del cane, Lida Palermo, e ancora Lo scodinzolo, Oipa, Sos primo soccorso cani e gatti, Un atto d’amore Onlus, la raccolta delle firme “contro l’utilizzo dei cavalli per carrozze”.. .C’è da deliziarsi dal numero ed estrosità dei nomi. Vorrei chiedere se in questa petizione è anche compresa l’abolizione dell’allevamento degli equini per macellazione, data la sua carne pregiata contro l’anemia e se è compresa la lucrosa industria delle corse e dei cavalli milionari, a cominciare da Wembley. Domanda più terra terra, il nobile cavallo non sarà più usato come pet ad uso e diletto delle graziose figliole. Il discorso è da estendere a tutti gli altri animali sfruttati al di fuori della loro natura e tradizione millenaria solo per delizia e goduria dei loro proprietari e trasformati in cani-uomini, inutili fannulloni che sporcano i  giardini e le strade, con cappottini e berrettini eccentrici. Aspetto di vedere un uomo conciato come un cane. Chiudo ricordando che il cavallo odierno si è evoluto nei milioni di anni per l’uso specifico di animale da trasporto di uomini – il cavallo da guerra anche – e come animale da trasporto di merci e carrozze per nobili. Se fossero mancati questi utilizzi, sarebbe scomparso, come i  dinosauri, come potrebbe avvenire fra qualche decennio se si eliminasse questo suo modesto uso. Cosa  ci farebbe un cavallo in una società in cui si progetta di sostituire anche l’uomo con la intelligenza artificiale, con algoritmi e metadiscorso.

Auguri, miei successori, cancellatori di cavalli.

 

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