STUDI SEVERI E RIME BURLESCHE

Daniela Crispo

 

Benedetto Varchi  ritratto da Tiziano

Accanto alla tradizione della poesia aulica di tono petrarchesco continua e si consolida nel ‘500 quella di tono burlesco che aveva già i suoi precedenti in Rustico di Filippo, Cecco Angiolieri, Burchiello, ma adesso acquista caratteri più definiti e regolari, forme più elaborate. Benedetto Varchi, umanista fiorentino (1503-65),  di  vasta cultura, di idee repubblicane, lascia la città al ritorno dei Medici. Soggiorna a Padova dove frequenta l’Accademia degli Infiammati che  si propone di stabilire la «vera et natural idea» di scrivere «compiutamente», in prosa e in versi in volgare su argomenti letterari e filosofici.  Traduce in volgare  il De consolatione philosophiae di Boezio,  De beneficiis di Seneca e  testi di Aristotele dal greco. Tornato a Firenze ottiene dal duca Cosimo l’incarico di scrivere la Storia fiorentina  dove raccoglie un’accurata documentazione, mosso da  amore della verità e dal senso della realtà. Mostra anche  notevole indipendenza di giudizio nei riguardi dei Medici e di Cosimo. Tiene lezioni su Dante all’Accademia Fiorentina. Scrive sonetti e canzoni, capitoli in terza rima,  poesie in latino. A lui si deve uno dei più importanti trattati di linguistica del XVI secolo, l’Ercolano, uscito postumo nel 1570. Varchi  sostiene  che la lingua parlata , il fiorentino, è  più importante di quella scritta e  un idioma può essere definito “lingua” anche se non produce opere letterarie, che sono sempre patrimonio di ceti intellettuali . Norma fondamentale dell’idioma deve essere l’uso popolare, parlato, vivo, attuale, ma non  triviale né sciatto. Il fiorentino parlato secondo Varchi può anche essere di aiuto al volgare scritto. Tra il 1532 ed il 1536 si dedica  anche alla stesura di sei capitoli burleschi che tessono l’elogio delle tasche, dei peducci, zampetti bolliti, delle uova sode, del finocchio,della ricotta; il sesto capitolo è una  ritrattazione   della bontà delle  uova sode. La tecnica retorica  di questi capitoli  è quella tradizionale della priamel : catalogo di oggetti/concetti/valori, ai quali è contrapposto un termine di paragone, del quale si rivendica la superiorità. È probabile che gli elogi del Varchi abbiano un sottosenso, come spesso si trova nel genere burlesco, ma forse non  è  fondamentale  trovarlo ad ogni costo.

 

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