L’ERNIA OMBELICALE

(Dott. Vincenzo Ajovalasit)

L’ernia ombelicale è la fuoriuscita di una parte d’’intestino o dell’epiploon, dalla cavità addominale, attraverso un orifizio o una soluzione di continuo, presente nella regione ombelicale. L’obiettività è caratterizzata dalla presenza di un rigonfiamento nella stessa sede, che aumenta di volume durante il pianto e gli sforzi, cioè quando la pressione intra-addominale aumenta.

L’ernia è caratterizzata dai seguenti componenti:

  • Una porta: che è la breccia attraverso la quale si fa strada.
  • Un sacco: costituito dal peritoneo parietale estroflesso
  • Un contenuto: rappresentato dal tipo di viscere presente nel sacco.

Questo contenuto può essere:

  • riducibile: quando rientra in addome.
  • Irriducibile: quando non è possibile riportare in addome il contenuto.

L’irriducibilità di un’ernia è legata alla quantità eccessiva dei visceri erniati ma più spesso alle aderenze che si formano tra loro e con le pareti del sacco.

Le ernie permagne sono quelle particolarmente voluminose e irriducibili, perché la quantità d’intestino fuoruscito è talmente grande da aver perduto, “il diritto di domicilio in addome”.

L’ernia ombelicale è una patologia frequente, provocata da un difetto di chiusura della parete addominale (nei neonati) o da una debolezza della parete o da una lesione della regione ombelicale secondaria a uno sforzo intenso o un trauma. Può essere congenita o acquisita, nell’infanzia è congenita mentre nell’adulto è acquisita, esistono delle differenze tra le due affezioni, nell’adulto l’etiologia, la prognosi, le complicanze e la terapia sono diverse da quelle dei primi anni di vita.

L’ernia ombelicale nell’adulto: fa parte delle ernie della parete addominale, può interessare tutte le fasce di età, s’instaura per una debolezza o per una lesione muscolo-aponeurotica. L’ ernia è frequente nelle donne in stato di gravidanza, negli anziani, negli obesi o in alcune patologie addominali..

Per chiarire meglio il meccanismo di debolezza della parete, che predispone alla formazione di questa patologia, bisogna descrivere, in breve, l’anatomia dei muscoli retti addominali.

La parete addominale anteriore è formata dai due muscoli retti, uno per lato, hanno un decorso discendente; questi ventri muscolari originano dalla quinta e settima cartilagine costale e terminano nel margine superiore del pube. Il retto presenta tre – quattro iscrizioni tendinee trasversali (ben visibili nei soggetti magri e muscolosi); è diviso da quello contro laterale, dalla linea alba. Nella parte centrale di questa linea si trova la cicatrice ombelicale. Una guaina riveste questi due muscoli, costituita dall’aponeurosi dei tre muscoli addominali laterali di destra e di sinistra (obliquo esterno e interno, trasverso dell’addome).

Quando i due muscoli non sono a contatto lungo la linea mediana o linea alba, si forma una zona centrale senza muscoli e chiusa solo dalla guaina che li riveste, questa patologia è chiamata diastasi dei muscoli retti; in questo caso la parete presenta una zona mediana debole, sopratutto subito sopra la cicatrice ombelicale, dove i visceri (l’intestino tenue o l’epiploon), a causa di un aumento persistente della pressione addominale, possono fuoriuscire.

La lesione muscolo aponeurotica è conseguenza di una lacerazione, secondaria a uno sforzo intenso o un trauma, che crea un orifizio attraverso il quale fuoriesce l’intestino o l’epiploon ricoperti dal peritoneo.

Le dimensioni di queste ernie sono molto variabili, da quelle di una nocciola a quelle gigantesche che possono contenere gran parte dell’intestino (ernie permagne).

L’ernia ombelicale dell’adulto non tende a guarire, ma si accresce progressivamente. Particolarmente comuni sono le complicazioni, lo strozzamento dell’ernia, o la formazione di aderenze che rendono non riducibile l’ernia. Una complicanza caratteristica è l’infezione del sacco erniario, favorita dalla particolare sottigliezza della cute che la ricopre.· Una volta fatta la diagnosi è conveniente eseguire la terapia chirurgica, prima che possa accrescersi di volume determinando lesioni muscolari persistenti o aderenze tra il peritoneo e i visceri erniati o lo strozzamento erniario che richiede un intervento urgente. Un’eccezione al precoce intervento è l’ernia della donna in stato di gravidanza, dove negli ultimi mesi di gestazione la parete addominale sopporta pressioni elevate, in questi soggetti è sempre conveniente non intervenire chirurgicamente celermente, sia per tutelare il nascituro sia per riparare il difetto alla presenza di una normale pressione addominale, quindi è opportuno attendere qualche mese dopo il parto.

L’unica complicazione che richiede l’intervento urgente in gravidanza, è lo strozzamento erniario, per il pericolo che s’instaurino gravi lesioni intestinali, con rischio per la vita della gestante.

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Infine non bisogna confondere l’ernia dal laparocele ombelicale che è una tumefazione che compare, dopo l’intervento chirurgico, in corrispondenza della cicatrice. In circa l’8% delle incisioni chirurgiche ombelicali, eseguite in soggetti adulti, soprattutto se anziani o defedati, si può formare un cedimento della plastica di riparazione nella parete muscolo-fasciale con la ricomparsa del rigonfiamento ombelicale.
L’intervento chirurgico può essere eseguito in Day Surgery per le piccole-medie ernie, mentre quelle di maggiori dimensioni richiedono un ricovero ordinario. La tecnica tradizionale aperta è quella più frequentemente utilizzata, può essere eseguita in anestesia locale per le piccole ernie, mentre per quelle più voluminose è necessaria l’anestesia generale. L’intervento da attuare varia da caso a caso, nelle piccole ernie non è necessario l’utilizzo di protesi per riparare il difetto della parete, per tutte le altre invece la riparazione protesica è il trattamento di scelta, in quanto garantisce percentuali minime di recidiva.
Il trattamento laparoscopico trova indicazione in casi selezionati. I vantaggi sono quelli generalmente riconosciuti alla chirurgia laparoscopica, e sono caratterizzati dalla mini- invasività, minor dolore, miglior decorso post operatorio, più precoce ripresa dell’attività quotidiana e lavorativa.

Difetto congenito di chiusura della parete addominale: durante la vita intrauterina alcune strutture vascolari, l’arteria e le vene ombelicali, formano il cordone ombelicale che attraversa l’ombelico del feto per ossigenarlo e nutrirlo; alla nascita, quando il cordone ombelicale non serve più, il foro in cui esso s’inseriva, si chiude spontaneamente nei primi giorni di vita; la mancata o l’incompleta chiusura di quest’orifizio predispone all’ernia ombelicale.

Attraverso questo buco della parete per un aumento della pressione nell’addome (come nel pianto e nella defecazione etc.), s’insinua il peritoneo e una porzione dell’intestino o di epiploon e l’ernia si rende visibile all’esterno come un rigonfiamento ombelicale. Il gonfiore nell’ombelico, quindi, aumenta di volume quando il bambino piange, grida o è sotto sforzo e regredisce, a volte fino a scomparire, quando dorme o è supino. Questa tumefazione può essere evidente alla nascita ma spesso è più visibile nelle settimane successive; l’ernia è più frequente nel prematuro e nella razza nera

Non esiste un procedimento per prevenire il formarsi di un’ernia ombelicale. Per la riduzione dell’ernia non sono consigliati l’applicazione di cerotti, fasce, bottoni, monete, o quant’altro serve per contenere la massa erniaria, anzi possono essere dannosi, infatti, impediscono alle strutture muscolo-aponeurotiche di irrobustirsi, quindi ne ostacolano la guarigione spontanea.

Anche nei lattanti può essere presente una diastasi dei muscoli retti addominali, che predispone all’ernia, ma in molti casi, questo difetto tende alla guarigione spontanea con la crescita staturo-ponderale, infatti, lo sviluppo dei muscoli nella parete anteriore porta riavvicinamento dei due ventri muscolari, colmando il difetto della regione mediana.

La presenza di un’ernia ombelicale è causa di ansia nei genitori che ritengono questa patologia pericolosa per la vita del bambino. Invece quest’affezione frequentemente si risolve spontaneamente entro i tre anni di vita, per chiusura spontanea dell’orifizio ombelicale.
La preoccupazione dei genitori, è comprensibile, ma non è fondata dal punto di vista clinico, infatti, è raro che questa malattia, in età pediatrica, dia delle complicanze ed è rarissimo che si possa strozzare. L’ernia ombelicale non si rompe; il pianto non è nocivo né la fa aumentare di dimensioni. Il volume dell’ernia varia da 0,5 cm di diametro fino a 6 cm, ma, nelle maggior parte dei casi non supera i 2 cm; non da mai sintomatologia dolorosa se non interviene una complicanza. L’ernia congenita in una piccola percentuale di casi può aumentare di volune, mentre in una minoranza di casi può persistere oltre il terzo anno di età, in tali casi, l’unica terapia è l’intervento chirurgico. Nell’eventualità che un’ernia aumenti progressivamente di volume, l’intervento può essere eseguito dopo l’anno di età.
L’intervento è fatto in regime di Day Surgery e consiste, attraverso un piccolo taglio arcuato in prossimità della cicatrice ombelicale, nella riduzione dell’ernia e riparazione del difetto della parete con punti riassorbibili. L’alimentazione può essere ripresa subito dopo il risveglio dall’anestesia. La dimissione dal reparto avviene tra le sei e le otto ore dalla fine dell’intervento. E’ consigliato di evitare il bagno per i dodici – quattordici giorni successivi all’operazione. Mentre non ci sono limitazioni per le attività quotidiane, è controindicato il gioco che richiede un impegno fisico (calcio, karate, bicicletta, etc.), per circa due mesi dall’intervento.

69 pensieri riguardo “L’ERNIA OMBELICALE

  • 26 marzo 2014 in 14:00
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    salve dottore,ho fatto un etg cute e sottocutaneo,x una laparocele formatasi dopo 4 anni circa dall’intervento all’intestino,l’esame ecografico della parete addominale a livello della regione xifo-ombelicale, eseguito con sonda lineare ad alta frequenza x un corretto studio dei tessuti superficiali, ha evidenziato diverse porte erniarie(almeno 5) lungo la linea mediana,con diametro compreso tra 11 mm e 17 mm,impegnate da tessuto adiposo. è grave? e cosa mi consigliate? grazie.

  • 10 aprile 2014 in 14:39
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    buongiorno il 09/04/2014 sono stata operata per un ernia ombelicale incarcerata cronica ,vorrei sapere se è normale dopo tre giorni avere dolore quando sto in piedi , tensione addominale e difficoltà nel tirare indietro la pancia e dopo quanto tempo tornerò ad essere piatta come prima?

    grazie cordiali saluti
    barbara

  • 23 aprile 2014 in 12:38
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    salve dottore;
    a fine novembre 2013 sono stato operato di ernia ombelicale intervento effettuato con metodo alloplastica sec. Rives con protesi preperitoneale, da subito ho usato panciera per circa un mese, ma a distanza di due mesi dall’intervento è ricomparsa protuberanza al di sopra dell’ombelico che diventa sempre più vistosa ,non mi provoca dolore ma è antiestetica al max. Cosa mi consiglia?

  • 29 aprile 2014 in 16:42
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    Caro Gennaro, hai cinque piccoli laparacoceli, l’unica cura possiubile è quella chirurgica. Consulta un chirurgo di tua fiducia e lui saprà rimediare a quesa complicanza postchirurgica.
    saluti
    Vincenzo Ajovalasit

  • 29 aprile 2014 in 16:48
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    Cara Barbara, un dolore post operatorio è normale, vedrai che i dolori piano piano diminuiranno. Ricordati che per circa due mesi devi stare a riposo, per favorire una buona cicatrizzazione.
    saluti
    Vincenzo Ajovalasit

  • 29 aprile 2014 in 16:53
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    Caro Rajder, probabilmente hai una recidiva erniaria, ti consiglio di consultare il chirurgo che ti ha operato .
    Saluti Vincenzo Ajovalasit

  • 5 maggio 2014 in 11:46
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    Bgiorno, le espongo il mio problema : un mese fa’ sono stata operata con il normale intervento chirurgico al rene dx con asportazione di calcoli a stampo, ho avuto un decorso post operatorio molto sofferto con febbre x 10 gg a 38°, quindi antibiotici a iosa , devo portare una fascia elastica x 2 mesi, da 2 gg ho un fastidioso prurito che va’ dall’inizio della ferita fino all’ombelico, sa’ dirmi cosa succede ? la ringrazio in anticipo x la sua risposta….

  • 19 gennaio 2015 in 14:05
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    salvee ho 16 anni e mi hanno trovato un ernia ombelicale una volta risolta con intervento posso tornare a fare attività fisica come ginnastica artistica o coumunque dove si usa la parte addominale??
    o sarebbe meglio il nuoto??

  • 7 aprile 2015 in 20:54
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    salve dottore,vorrei chiedere un suo parere.
    nel 2013 tredici mi è uscita una piccolissima ernia ombellicale.
    dopo un’anno di attesa sono riuscito a farmi operare,anche se combattendo con il chirurgo perche diceva che non c’era bisogno di mettere la protesi..(da premettere che gli avevo ripetuto tante volte che faccio un lavoro molto pesante).
    dopo l’intervento sono rimasto 40 giorni a riposo come lui mi aveva detto, al secondo giorno di lavoro ho sentito un dolore bestiale all’ombellico.
    ora mi ritrovo un foro nella parete che è quattro volte piu grande…
    se mi dovessi fare coraggio ed operarmi di nuovo, con la protesi rischio che si strappi di nuovo?e per caso ci sono diversi tipi di protesi?se si quale mi consiglia?

  • 29 maggio 2015 in 19:15
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    Buona sera dottor

    2o anni fa sono stati operata alla addome dove è stata messa una rete in seguito a altri interventi avuto. Sono ingrassata pbarrechio di 30 kili e adesso mi ritrovo che una mattina vi inoltro a l ombelico si è formato un accesso con pus il hirurgho ha fatto un taglio e ha messo un drenaggio. Ho un po di febbre non ho forze nelle gambe ho 76anni ,. Il chirurgo oggi mi ha detto che si dovrà intervenire. Ma io so le complicanze embolia Pol onoreetc. E vero Dottore vvorrei un consiglio. La ringrazio di cuore distinti saluti

  • 4 settembre 2015 in 07:30
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    Gentile dott.Ajovalasit
    L’anno passato sono stato operato di ernia paraombelicale di piccole dimensioni , circa 1 cm,senza l’applicazione della rete.
    Da circa 1 mese ho notato una tumefazione non dolente nella stessa sede che l’ecografia ha rivelato essere una recidiva con una porta di 3 cm sempre di grasso omentale mobile all ‘ interno del sacco erniario
    L’esercizio fisico al momento non mi crea problemi ma ho il dubbio se continusre a fare sport o sforzi fisici.
    Conviene attendere o riopererarsi?
    Nell’attesa di una decisione , consiglia altri accertamenti e l’utilizzo di una fascia?

  • 26 dicembre 2015 in 14:30
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    Operata da sotto il seno fino al pure nel 2008 il 5 febbraio 2015 operata per laparoscopia ombelicale.. Ora senza essere ingrassata e senza sforzi a seguito di una bronchite mi trovo sa di 10 gg a risentire un ernia sopra il bordo di confine della laparoscopia .. Cosa devo fareeeee? Ho i brividi solo al pensiero che fuoriesce un altra volta

  • 12 maggio 2016 in 10:21
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    Da due mesi circa mi hanno operata di ernia ombellicale ed ho due crosticine che non vanno ancora via nella zona dell’ombellico sento un cattivo odore …e mi trovo sempre sulle mutandine all’altezza dell’ombellico sporco come se uscisse qualcosa tipo pus…É tutto normale..

  • 24 ottobre 2016 in 20:41
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    Salve dottore, mio marito ha un ernia di 15mm vorrei sapere se e da operare con urgenza oppure va via facendo una cura…. attendo una sua risposta ringraziandola infinitamente….

  • 28 novembre 2016 in 12:14
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    Buongiorno dottore, mia madre due anni fa si e’ sottoposta a resezione del sigma dopo pochi mesi e’ apparso un piccolo gonfiore in prossimita’ della ferita ha fatto una tac ed abbiamo riscontrato “la presenza di laparocele sotto ombelicale”.Il medico le ha detto che puo’ evitare di rioperarsi essendo solo un problema estetico . Ma io leggendo ho capito invece che il laparocele puo’ peggiorare !!!! cosa si puo’ fare mia madre ha 70 anni e non vuole operarsi nuovamente.

  • 2 gennaio 2017 in 00:14
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    Salve dott ho 38 anni. Tre anni fa a seguito di una peritonite occlusiva post cesareo ho subito una laparotomia esplorativa. Un anno dopo ho avuto un laparocele e sono stata rioperata mi e’ stata messa una rete dual mesh. Sono stata per due anni in pace, svolgendo le mie normali attività purtroppo però due mesi fa’ ho accusato un dolore acuto trafittivo a sinistra del margine della ferita. Ho fatto una ecografia cutaneo e sottocutaneo che ha rivelato una porta erniaria di 1 cm ma a destra. Mentre io il dolore li avverto a sinistra. L’ecografista mi ha detto che è normale con la diastasi. Sono andata dal chirurgo che mi ha operata e mi ha detto che quella eco e’ inattendibile perché quel cm di ernia in realtà è lo spazio che resta tra la cucitura di un punto con un altro e che comunque io il dolore lo avverto a sinistra mentre il presunto orifizio e’ a destra…per lui il dolore che ho e’ dovuto ad una fibrosi Mi ha detto di fare sport di fare addominali, di andarmene a correre e all’occorrenza prendermi un antinfiammatorio. Io intanto neanche ci penso proprio a fare sport dato che a stento posso stare in piedi dal dolore. La prego mi dia un consiglio sono disperata. La mia vita nell’arco di due mesi si è stravolta del tutto

  • 4 gennaio 2017 in 00:14
    Permalink

    Salve dottore ho una ernia ombelicale ha circa 20 orbi che mi fa sempre male soprattutto quando sono seduta ho prendo mio figlio in braccio e quando ho colpetti di tosse cosa mi consiglia di fare? Grazie

  • 10 febbraio 2017 in 14:24
    Permalink

    Salve Dottore,
    il 30/09/16 sono stata operata per ernia ombelicale di 8 mm. Mi è stata messa una rete. Ad oggi 08/02/17 attraverso un’ecografia all’addome ho avuto conferma che mi è ricomparsa l’ernia per 4 mm e che la rete, che avrebbe dovuto contenerla, risulta contratta da un lato per 20 mm.Inoltre se mi sforzo avverto lieve dolore. Ho contattato telefonicamente il chirurgo che mi ha operata, ed ha detto che 4 mm non sono nulla e che la rete contratta passerà.
    Secondo Lei è tutto normale? oppure mi sto preoccupando per nulla? Consideri che faccio anche palestra ed ho paura che l’ernia peggiori.
    Grazie

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