Il Ragioniere della Compagnia di Gesù: P. Lodovico Flori (I)

( A. Lo Nardo)

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Frontespizio del libro del Flori

Nasce a Fratta Todina (Perugia) il 26 dicembre 1579 da famiglia benestante sebbene di rango modesto. Entra nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma il 25 marzo 1610, dopo aver studiato filosofia, teologia e diritto. Concluso il biennio da novizio, nel 1612 è trasferito a Messina dove, nel 1614, è ordinato sacerdote. Il 1° gennaio 1625 emette i voti solenni e diventa così coadiutore spirituale. Non emettendo il quarto voto solenne dei gesuiti, non sarà un “professo”. È procuratore della Provincia sicula della Compagnia dal 1617 al 1632, quando lascia la carica per occuparsi dell’amministrazione della Casa Professa di Palermo dove muore il 24 settembre 1647.

Flori fu un finissimo erudito ricordato non tanto per le sue innumerevoli traduzioni, sempre, ad ogni modo, di altissimo livello qualitativo, quanto per il suo Trattato del modo di tenere il libro doppio domestico col suo esemplare composto da P. Ludovico Flori della Compagnia di Giesù per uso delle case e dei collegi della medesima compagnia nel Regno di Sicilia (Palermo 1636), opera – ancora oggi – citata, analizzata e studiata. «Fu ai primi del ’600, col sopravvenire della grande crisi, che i dirigenti gesuitici dovettero preoccuparsi seriamente della situazione economica dell’ordine divenuta drammatica e allarmante. Furono perciò promosse inchieste, studi e ricerche nell’intento di stabilire quali mezzi fossero i più idonei per fronteggiare i paurosi disavanzi della gestione patrimoniale» (F. Renda, Bernardo Tanucci e i beni dei gesuiti in Sicilia, 1974, p. 65). Fu in questo clima che i superiori nel 1631, poco prima che lasciasse la carica di procuratore della Provincia, incaricarono Flori di «voler fare una breve instruttione da tenere i libri de i Conti per uso delle nostre Case, e Collegij in questo Regno di Sicilia» (Trattato del modo di tenere il libro doppio domestico […], cit., p. 1). Non sappiamo dove egli abbia appreso la materia contabile, «si può ipotizzare che acquisisca le sue conoscenze all’Università di Perugia, in quello stesso ateneo che più di un secolo prima ha insignito Luca Pacioli del ruolo di docente» (C. Cavazzoni e F. Santini, L’attualità del percorso scientifico di Lodovico Flori […], 2011, p. 605). L’autore avverte che «la buona cura de’ beni temporali è tanto necessaria a chiunque giustamente le possiede, e massime alle Religioni, che dependendo da essa il necessario sostentamento de’ Religiosi, se l’amministratione della robba non va bene, oltre la perdita, e deteroratione di beni, ne seguono infiniti altri inconvenienti» (Trattato del modo di tenere il libro doppio domestico […], cit., A chi legge). Flori è consapevole che il suo libro descrive una materia non facilmente assimilabile da tutti. «Chi leggerà questo libro, vedrà che in esso si procede a modo di scienza pratica, e che i termini, i principi, le conclusioni e le cose che in esso si deducono sono talmente tra di loro congiunte, che non si possono bene intendere né capire le ultime senza la cognizione delle prime. Chiunque vuole intendere bene questo modo, habbia patienza di leggere da principio tutto il libro» (ib.). Il quale si compone di tre parti: la prima ha per titolo Del modo di formare le partite in Giornale, e riferirle al Libro; la seconda Come si debba disporre & ordinare il Libro per ottenerne l’intento, che si pretende, &c. e la terza Dell’uso, e Comodità del Libro disposto, & ordinato al modo suddetto.

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Frontespizio del Libro della contabilità

2 pensieri riguardo “Il Ragioniere della Compagnia di Gesù: P. Lodovico Flori (I)

  • 4 giugno 2014 in 18:36
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    Nel testo è contenuto un errore di localizzazione, il Flori non nacque a Fratta Todina, bensì a Fratta Filiorum Uberti o Fratta perugina, l’attuale Umbertide, membro di una famiglia già nota per altri valenti esponenti come il pittore Muzio Flori.

  • 4 giugno 2014 in 18:39
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    Nel testo vi è un errore di localizzazione: il Flori non nacque a Fratta Todina bensì a Fratta Filiorum Uberti, o Fratta Perugina, l’attuale Umbertide membro di una nota famiglia locale nella quale fiorirono anche Muzio pittore ed Antonio filantropo e letterato.

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