Ma perchè quando muore un pensionato i giornalisti ci tengono a precisarlo? Ci sarà un disegno dietro? *

( Carlo Barbieri)

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Gazzetta del Sud: “Muore pensionato in mare”.

Giornale di Sicilia: “Passeggia in bici e un’auto lo travolge: muore pensionato in vacanza”.

Il Mattino: “Schianto tragico. Muore pensionato”.

Corriere del Veneto: “Travolto da un’auto in sorpasso, muore pensionato”.

Certo che un paio di pensierini in testa vengono. Il primo è: perché il fatto che il morto sia un pensionato fa notizia? Risposta possibile numero uno: per addolcire l’impatto sulle persone sensibili. Come dire: “Meno male, era solo un pensionato… perciò anziano, e quindi aveva vissuto abbastanza. Pace all’anima sua”. Risposta possibile numero due, più sottile e malvagia: per gratificare i lettori disoccupati e quelli convinti che in pensione non ci andranno mai. “Ce lo siamo tolti dalle scatole. Perché si sarebbe dovuto godere la pensione se io non la vedrò neanche col binocolo?”

E qui mi viene un sospetto: che le notizie delle morti accidentali di pensionati vengano pubblicizzate su pressante invito del nostro Governo. Avete presente il sistema delle “veline” (quelle vere, non quelle dotate di gambe e deretani in esposizione) con cui nel ventennio fascista il MinCulPop, ossia il Ministero della Cultura Popolare (una meraviglia di nome) ordinava ai giornalisti cosa pubblicare? Ecco, una cosa del genere. Domanda vostra: “E perché il Governo dovrebbe farlo?”. Risposta: in mancanza di buone notizie economiche, quella che l’INPS ha una bocca in meno da sfamare può essere una cosina confortante.clip_image001

Se la cosa prende piede, i media potrebbero arrivare a trasferire le notizie delle morti di pensionati per incidente dalla cronaca alle pagine economiche. IlSole24Ore potrebbe farci una rubrica, e nelle piazze potrebbero installare grandi pannelli luminosi con il contatore dei pensionati passati a miglior vita per cause non naturali. Come quelli angoscianti del debito pubblico, avete  presente? Così i non pensionati potrebbero fare il tifo in tempo reale. Pensate, si potrebbero organizzare addirittura feste in piazza per i traguardi più significativi: che so io, per il decimillesimo pensionato che ci lascia le penne, con tanto di countdown – “meno tre, due, uno… diecimilaaa!” come per la mezzanotte di capodanno.

E figurati poi se lo Stato si lascerebbe scappare l’occasione di fare un po’ di soldi sfruttando la passione degli Italiani per il gioco: lancerebbe subito il TotoPens, “Azzecca il prossimo pensionato che perde tragicamente la vita e vinci la tua pensione”. Si tratterebbe di indovinare, che so io, il nome e l’età della vittima, la regione… e magari la data e l’ora del decesso, se no sarebbe troppo facile.

Certo però che a pensarci bene la cosa potrebbe degenerare. Qualche giocatore più furbo degli altri potrebbe scommettere sulla morte per incidente di un pensionato di nome X, nella regione Y, alle ore Z e poi provvedere personalmente a fare avverare la previsione. Per non parlare di mafia, camorra, ‘ndrangheta e affini: quelli se sono stati capaci di truccare le partite di calcio, figurati il TotoPens. E magari il governo, stretto fra il debito pubblico e le promesse di non aumentare le tasse, potrebbe finire con il suggerire all’INPS di assumere un po’ di cacciatori di taglie specializzati nell’investire vecchietti.

Sapete che vi dico? Signori giornalisti, protesto. Se qualcuno ha la sfortuna di morire in un incidente, non diteci se era un pensionato o meno. Lasciate perdere: è pericoloso.

Perlomeno per i pensionati come me.

*Già postato in http://www.malgradotuttoweb.it/author/barbieri/

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