La Signora Giulia ed il Chirurgo Pediatra

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(del Dott. Vincenzo Ajovalasit*)

La signora Giulia mi ha rivolto un quesito medico:
Ho una bambina di 1 anno, durante il pianto mi sono accorta della comparsa di un gonfiore inguinale destro che è subito scomparso quando mia figlia ha smesso di piangere. Mi devo preoccupare? Cosa può essere?
E’ necessaria, se il suo pediatra lo riterrà opportuno, una visita specialistica presso un chirurgo pediatra.
La diagnosi di sospetto è che la sua bimba abbia un ernia inguinale destra congenita.
Che cosa è l’ernia inguinale congenita?
E’ la persistenza alla nascita, di un canale nella regione inguinale (dotto peritoneo-vaginale nel maschio, dotto di Nuck nella femmina), attraverso il quale si insinua un sacco erniario.
Durante la vita fetale, dal peritoneo, quel sacco membranoso che racchiude la maggior parte degli organi addominali del nascituro, hanno origine due diverticoli (piccole sacche o dilatazioni) che, sviluppandosi nel corso dei nove mesi, si dirigono verso i genitali esterni (regione scrotale o regione delle grandi labbra). Nel momento in cui il bambino nasce, questi diverticoli normalmente si chiudono ma, quando la chiusura non avviene o è incompleta, si crea uno spazio, una sorta di piccolo “buco” attraverso il quale si infila l’ernia.
Nei neonati nati a termine di gravidanza l’ernia è presente nel 3-5 % dei casi, nei prematuri nel 30-40% dei casi; i maschi sono maggiormente affetti da questa patologia rispetto al sesso femminile (9:1).
In alcuni neonati questo canale risulta presente alla nascita e la chiusura avviene spontaneamente entro i primi sei mesi – un anno di vita, determinandone la guarigione spontanea. Questa patologia può presentarsi anche nel bambino più grande, quando la chiusura dei dotti è incompleta e la formazione dell’ernia richiede più tempo.
Quando il canale rimane aperto, per un improvviso aumento della pressione intraddominale ( la tosse, l’evacuazioni difficoltose etc.), si può infilare all’interno di esso un sacco erniario. All’interno di questa ernia si può trovare l’intestino o parti di esso, ma nei pazienti di sesso femminile può essere presente l’ovaio o parti di esso. Nel maschio la fuoriuscita dell’ernia può arrivare fino al testicolo determinandone una compressione. Risulta chiaro che sia l’intestino che l’ovaio o il testicolo possono danneggiarsi, soprattutto se l’ernia si complica con l’intasamento erniario ( l’ernia fuoriesce e non può più rientrare) o peggio ancora lo strozzamento erniario (quando è compromessa la vascolarizzazione degli organi erniari). Per questo motivo dopo il primo anno di età è consigliabile eseguire l’intervento chirurgico di erniotomia. L’intervento deve essere seguito in urgenza, quindi immediatamente (anche alla nascita), se è presente lo strozzamento o l’ intasamento non riducibile (il chirurgo può ridurre l’intasamento con opportune manovre digitali), per i possibili danni agli organi sopraccitati.

Normalmente l’ernia inguinale non dà sintomatologia dolorosa, se lamenta dolore (pianto incoercibile nel neonato) in presenza di un gonfiore inguinale evidente, dobbiamo sospettare la presenza di un intasamento o strozzamento erniario ed è necessario una immediata visita presso un Pronto Soccorso Pediatrico.
L’intervento chirurgico è eseguito in anestesia generale, ha l’obiettivo di chiudere ed asportare il sacco erniario insieme al dotto di Nuck o quello peritoneo vaginale, senza applicare materiali sintetici (rete o altro materiale) perché non è un ernia “da sforzo” come quella dell’adulto, ma congenita.

Dopo l’intervento chirurgico la maggior parte dei pazienti può essere dimessa tra le quattro e le otto ore dalla fine del trattamento operatorio. L’alimentazione può essere ripresa subito dopo il risveglio dall’anestesia. Si consiglia di evitare il bagno o la doccia per i dodici-quattordici giorni successivi all’intervento. Mentre non ci sono limitazioni per le attività quotidiane, si sconsigliano gli sport intensi per circa un mese dall’intervento.

* Dott Vincenzo Ajovalasit -Dirigente medico di Chirurgia Pediatrica – Ospedale Casa Del Sole di Palermo

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