Etos

(di Natale Caronia- L.C. Palermo Normanna)

L’etica, dall’antico greco etos = costume, è la filosofia dell’azione volontaria,  soggetta alla legge assoluta del dovere; essa presuppone il concetto di libertà della volontà di obbedire (o disobbedire) coscientemente alla legge. Compito della morale è raggiungere il bene supremo o bene morale nonchè la specificazione dei doveri dell’uomo.
L‘etica o morale coinvolge tutti i campi dell’attività dell’uomo;  questo periodo di sconquasso economico,  causato dall’ingordigia è notoriamente dovuto a mancanza di eticità nella conduzione degli affari. Ciò  che viene contestata oggi è l’esistenza di una morale assoluta che, per i credenti, collima con la morale cristiana, basata sull’amore del prossimo e sulla vita eterna; o alla morale Kantiana: la legge morale dentro di me, il cielo stellato sopra di me. Ad essa si contrappone il relativismo, che nega che la conoscenza e le azioni dell’uomo siano sottoposte a leggi universali.
Alla nostra civiltà, fortemente improntata dalla morale cristiana, si contrappone il darwinismo sociale. E’ noto come Charles  Darwin nella sua opera del 1859 “L’origine della specie”, suggerita dalle sue esperienze di naturalista e dalla lettura dell’opera di Malthus, abbia sostenuto la teoria evoluzionistica del progenitore comune e della selezione naturale basata sulla vittoria del più forte e la scomparsa del più debole. Su tali basi si è sviluppato il cosiddetto darwinismo sociale, forma di etica basata sulla teoria evoluzionistica, che considera l’uomo non diverso dagli animali da cui si è evoluto, non dissimile da essi.
L’opera che aveva suggestionato Darwin era stato il saggio di Malthus del 1778: “An essay on the principle of population as it affect the future improvement of society”, in cui l’autore ipotizza come la causa naturale che ostacola il benessere degli uomini sia l’aumento della popolazione (osservazione fatta sui coloni nordamericani), che cresce più dell’aumento dei mezzi di alimentazione, in quanto l’aumento della popolazione avviene secondo progressione geometrica, mentre la produzione alimentare avviene secondo progressione aritmetica. La natura interviene con pestilenze, guerre e mortalità infantile a correggere il divario, mentre l’uomo ragionevole può opporre “la virtuosa astensione o almeno il ritardo nel contrarre matrimonio”.
In questo clima Spencer, per il principio di selezione, proponeva di non occuparsi dei malati, mentre Ernst Haeckel (1834 – 1919), ritenuto il darwinista continentale, invocava l’infanticidio, l’aborto e l’eliminazione dei malati di mente, sostenendo l’eugenetica razziale con l’eliminazione fisica o la castrazione delle persone con gravi menomazioni fisiche che mentali, progetto applicato successivamente dal nazismo.

Questa può sembrare storia superata e desta sorpresa che Watson, premio Nobel  1962 per la scoperta della struttura del DNA, ha ritenuto appropriato l’aborto del nascituro qualora fosse geneticamente predisposto all’omosessualità, o  Peter Singer che ha giustificato l’eutanasia.
Nel 2006 O’Mathuna, bioeticista irlandese, ha pubblicato “Human dignity in the nazi era. Implication for contemporary bioethics” in cui annota che i principi del darwinismo sociale persistono ancora oggi, in contrasto con la dignità umana, ed essi sono:

  1. la relatività dell’etica;
  2. l’attribuire all’uomo lo stesso valore degli animali, se non addirittura inferiore;
  3. l’esistenza dell’ineguaglianza in natura;
  4. lo scarso valore di alcune esistenze, sì da poterle considerare indegne da esser vissute;
  5. contrario alla selezione naturale l’aiuto agli esseri umani svantaggiati.

Viviamo in un periodo in cui le risorse sono inferiori alle richieste del welfare,  perché  l’allungamento della vita implica maggiori risorse finanziarie per le pensioni; nel contempo aumentano le richieste di prestazioni sanitarie dovute all’invecchiamento della popolazione; la sanità ha raggiunto costi proibitivi, sia per l’avanzare della tecnologia che per i prezzi dei farmaci.
Si impongono delle scelte difficili perché, non potendo dare tutto a tutti, alcuni dovranno esser privati di qualcosa. Questi sono  problemi morali a cui tutti siamo chiamati a rispondere e la cui soluzione non è né semplice né  facile..

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