La centralità della lettura nella didattica della letteratura italiana
(Gabriella Maggio)
Ma che ne è della Storia della letteratura italiana oggi ? Con questa domanda R. Luperini giovedì 11 marzo inizia la sua lezione su ““ Novelle per un anno “ di L. Pirandello, nell’aula magna del Liceo scientifico “G. Gallei” di Palermo. Prima di affrontare l’opera dell’autore siciliano Luperini dà agli Insegnanti alcune importanti indicazioni metodologiche, che qui riassumo. Oggi, dice il critico, non è didatticamente proficuo insegnare la Letteratura italiana seguendo lo sviluppo lineare dalle origini ai nostri giorni, perché si rischia di non arrivare ai nostri giorni. Ma la storia non si può e non si deve perdere. Allora va riproposta in un senso diverso. Per esempio partendo da grandi opere come La Divina Commedia, il Canzoniere di Petrarca etc. e ricostruire intorno a loro un’epoca, recuperando avanti e indietro nel tempo motivi e questioni proposte da questi grandi testi. Oppure con percorsi tematici che, partendo dai grandi problemi culturali di oggi li sviluppa con riferimenti agli autori Maggiori e Minori di altre epoche. Così l’approccio letterario sarà indirizzato verso la cultura in senso più generale, verso l’antropologia, verso il vissuto. Come legare quindi passato e presente? Per esempio, il tema “ Il colloquio con i morti” permette di considerare insieme l’Odissea, l’ Eneide, la Divina Commedia, alcune poesie di E. Montale. E’ essenziale mantenere in ogni caso la centralità della lettura dei testi, lasciando lo studente protagonista dell’interpretazione e mantenendo nella classe l’interesse per il conflitto delle interpretazioni. L’insegnamento della Letteratura, ribadisce con determinazione Luperini, non deve e non può essere banalizzato ma deve mantenere un alto profilo, perciò è opportuno codificare un canone non soltanto italiano, ma europeo.