La storia dei guanti: il 1200

(Raffaello Piraino)

La leggenda ha attribuito a Carlo Magno, fondatore del Sacro Romano Impero, l’abbigliamento che veniva indossato dai suoi tardi successori nella cerimonia dell’incoronazione ed oggi custodito nel Tesoro di Vienna. Solo verso la fine del 1700 le vesti stesse hanno rivelato, a un attento esame, la loro provenienza siciliana, la data in cui erano state lavorate, e persino i nomi dei Sovrani normanni per i quali erano state tessute e ricamate. Questi indumenti emigrarono da Palermo con la sposa dell’imperatore Enrico VI, la regina Costanza, la “gran Costanza” dantesca, erede del trono e delle ricchezze di Sicilia. Tra questi indumenti figurano un paio di guanti usati da Federico II per la sua incoronazione a re di Sicilia. Sono realizzati in tessuto di seta rossa splendidamente ornata di scudetti con figure a smalto  e motivi ricamati di perle, rubini e zaffiri. Dalla parte che copriva il palmo della mano il ricamo in oro rappresenta un’aquila circondata da fregi ornamentali (1220). A parte la regalità dei guanti sopra descritti, altre tipologie completavano il vestire. Erano di uso signorile e ricchi di significati cavallereschi, come appare poeticamente dai versi di Gianni di Lapo, dove la sfida fatale della morte alla vita è rappresentata con vivace immediatezza

O morte, fiume di lacrime e pianto

Perché di tanto arbitrio hai preso manto

E contro tutti ha’ preso il Guanto?

Mentre nelle tombe reali palermitane si sono visti guanti di seta ricamati, nell’uso pare si inclinasse al guanto di pelle con manopola leggermente appuntita da un lato. La pelle dei guanti era quasi sempre bianca. I falconieri ne portavano però uno solo, di cuoio marrone con alta manopola finita spesso sulla punta con una pallina: questo guanto aveva lo scopo pratico di evitare che il falco, tenuto in pugno, offendesse la mano con i suoi artigli.

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