Scrittori in mostra

(Patrizia Lipani)

Giovedi’ 25 Novembre presso la Galleria Artem di via Noto ,40 con la presentazione del  romanzo storico della scrittrice palermitana Leda Melluso, “La ragazza dal volto d’ambra” edito da Piemme ,ha preso il via la rassegna “Scrittori in mostra”. Tale rassegna  nasce  per volontà dell’Associazione Volo, presieduta da Maria Di Francesco  e di Assocultura, presieduta da Daniela Brignone,  che hanno realizzato una sinergia di forze tra cultura, arte e prodotti enogastronomici locali, offerti da “Chef a casa mia “,  che hanno permesso  di realizzare un evento innovativo e senza dubbio originale. Nello sfondo  variegato della Galleria Artem, tra la molteplicità  dei soggetti presenti nei quadri , molti dei quali in sintonia con l’ambientazione storica del romanzo, architetture del  mondo arabo, che sovrastano il rosso divano delle due relatrici,  ha inizio l’intervista della scrittrice da parte di Gabriella Maggio che, con una serie di domande  opportunamente selezionate,  evidenzia in maniera essenziale i punti di snodo del romanzo.

Per la scrittrice la scelta del romanzo storico risulta una novità rispetto  alla precedente produzione saggistica e ai testi scolastici . I tempi di maturazione del romanzo storico, con Federico II protagonista della vicenda, risalgono, secondo quanto racconta l’autrice, ad una conferenza, a cui la stessa ha preso parte, anni or sono, in cui la relatrice, la prof.ssa De Simone, ha illustrato il contenuto di un  carteggio, tradotto dall’arabo, relativo  ad un attrito tra l’emiro e Federico II, attrito poi continuato dalla figlia dell’Emiro, Dentella. Su questa storia si snoda il romanzo in parte intessuto da  fantasie. Federico appare agli occhi del lettore tiranno feroce e collerico, uomo di potere deciso e crudele, sterminatore di arabi, deportati a Lucera, violento contro gli ebrei, un Hitler ante litteram, insensibile agli affetti, volpe e leone, molto diverso da quell’immagine storiografica dello “ stupor mundi”. La storia si svolge sullo sfondo di una Palermo ricca di etnie, lingue, una multiculturalità che ricorda i nostri tempi. La convivenza civile fra popoli diversi  ancor oggi presente nella nostra realtà, è stata una prerogativa del mondo arabo-normanno, basti pensare al tempo del re Ruggero, quando la nostra isola ebbe un periodo di grande splendore artistico. La storia è ambientata a Palermo, anno 1221. Su uno sfondo travagliato politicamente, da una parte il Papa che richiede l’aiuto imperiale per la Terra Santa, dall’altra il giallo sulla morte del consigliere di corte Andrea Filangeri , il sovrano  trova rifugio nella sala  verde del Palazzo imperiale, ove ama sostare, dialogare e dove si lascia sedurre dal fascino e dalla sensualità ammaliante  di una danzatrice misteriosa che  cela il volto  dietro un velo e che il sovrano vuole avere per sé. Uomo lussurioso Federico, senza scrupoli , dopo averla cercata invano a palazzo, scopre la vera identità della  danzatrice,  è Amina, la figlia dell’emiro Muhammad ibn Abbad, suo rivale e nemico.

Nel difficile compito di ricostruire gli ambienti, gli usi, i costumi, il cibo, le battute di caccia a cui il sovrano era avvezzo, l’abbigliamento del tempo, l’uso dell’elemento magico per far scatenare l’innamoramento, la scrittrice spiega la scelta  del romanzo storico, genere  che  ha da sempre attirato un pubblico assai vasto, le storie appassionano ad ogni età, trasferiscono piacevolezza al lettore, e la  lettura diventa così   motivo di svago e diletto. Scrivere un romanzo significa combinare esperienze, informazioni, immaginazioni, il tutto viene rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili dall’autore per costruire storie che appassionano chi le scrive e chi le legge. Viene ripresa  in qualche modo la tecnica ad incastro delle storie alla maniera ariostesca ed è  questo  uno dei tratti caratteristici de “La ragazza dal volto d’ambra” conformemente a quanto ritroviamo nei romanzi del postmodernismo, basti pensare al famosissimo “Il nome della rosa” di U. Eco, a “ Gli occhi dell’imperatore” di Laura Mancinelli che sviluppa la storia d’amore tra Bianca di Agliano e Federico II dalla cui relazione nascerà Manfredi, al recentissimo “Cimitero di Praga” di U. Eco.

Nel romanzo storico contemporaneo non troviamo più l’idea di storia come evoluzione, troviamo invece un’attualizzazione dei fatti del passato che diventa presente e inizia a vivere sotto i nostri occhi. La narrazione scorre leggera, rapida, lontana dallo stile concettoso e ridondante di gran parte della letteratura siciliana contemporanea , l’intreccio si fonda sulla suspence , la scrittura risulta sobria, divulgativa, affabulatrice ,  la scrittura appare pulita e sciolta, al femminile, nella sensibilità e nei sentimenti che traspaiono ed è questa una nota di valore del romanzo.  Romanzo storico, romanzo d’amore, romanzo giallo, un postmodernismo unico che si concentra intorno a tre figure : Federico II nella storia d’amore con Amina, nel rapporto tra Bianca e Pier delle Vigne in versione detective, impegnato nella ricerca dell’autore di alcuni delitti solo apparentemente misteriosi, e ancora l’attualizzazione di alcuni temi come l’esigenza di una pacifica convivenza tra musulmani e cristiani, con il conseguente tema sempre attuale della sicurezza delle nostre città multietniche e multiculturali e l’attenzione alla condizione femminile. Nel romanzo spiccano infatti tre figure di donna, Safyra, la donna musulmana pienamente realizzata come moglie e come madre, Bianca Francavilla che porta sul viso i segni dell’inganno ordito dal marito ai suoi danni, Amina l’eroina musulmana che rifiuta il velo, protagonista del romanzo, che condanna il potere ma finisce per rientrare nella logica del potere.

Un breve concerto con  l’arpa celtica di Romina  Copernico  ed un ricco cocktail offerto da “ Chef a casa mia “ hanno concluso la serata.

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