Franz Liszt:non solo virtuoso della tastiera.

(Tommaso Aiello)

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Franz Liszt a tredici anni(archiv.Aiello)

Corre quest’anno il duecentesimo della nascita di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi:Franz Liszt.Per tutta la vita Liszt operò a favore dei moltissimi che gli furono vicini e questa sua azione fu apprezzata nei giusti termini e si è dato il dovuto riconoscimento al giovanile entusiasmo che anche nei lunghi anni della vecchiaia lo faceva gioire alla scoperta di nuovi talenti.Si è poi cercato di inquadrare organica= mente nella storia musicale la sua produzione spesso carica di una modernissima intuizione dei più genuini fermenti del suo tempo.Liszt ebbe chiarissima la visione di quel particolare momento del romanticismo,di quella tendenza ad allargare i confini dell’espressione,gettando ponti arditi verso la pittura,la poesia,la filosofia,la religione,la politica;e nei momenti migliori seppe adeguare la struttura stessa delle sue composizioni,il suo ampio respiro formale,l’armonia,la strumentazione,col carattere universale del suo mondo poetico.Il suo pianismo si impose con la potenza aggressiva di una tecnica sbalorditiva.Era un virtuoso,anche negli aspetti negativi della parola:ma il fanatismo che egli suscitava era anche un’occasione per presentare ai pubblici più eterogenei,più impreparati,più lontani da una vera circolazione di idee,i maggiori autori del passato o suoi contemporanei. Il pubblico accorreva per vedere il divo,il dominatore,ma la musica che Liszt presentava-almeno negli anni migliori della sua carriera di virtuoso-era quella di Bach,di Beethoven,di Weber,di Schubert,di Chopin,di Schumann,di Mendelsshon:autori che in molte parti d’Europa vennero ascoltati per la prima volta per merito di Liszt.Quando venne chiamato alla corte di Weimar per dirigere con il teatro tutta l’attività musicale di quella città.egli impose con coraggio gli autori più nuovi e audaci, Berlioz e Wagner prima di ogni altro,non trascurando affatto Beethoven,Schubert e Schumann.

 

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Weimar nel 1850 –Stampa-(Archivio Aiello)

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Franz Liszt in un magnifico ritratto fotografico (Archivio Aiello)

Liszt ascoltò.meditò,spesso alimentò questa musica delle sue più genuine emozioni,e tutto seppe in qualche modo assimilare nella sua arte:un’arte sostanzialmente esteriore,sorridente e lusinghiera,che non creò problemi,non costrinse gli ascoltatori a concentrazioni faticose;la sua musica si adagiò spesso su basi descrittive se non addirittura narrative.e non rifiutò gli agganci più estemporanei a una melodia di ispirazione popolaresca.Ma era un’arte che rispecchiava l’ansia di un tormento morale sempre genuino,l’accavallarsi e l’evolversi di problemi religiosi e sociali,cupe ombre di pessimismo scacciate a forza di generosa intensità di lavoro,logorante e appassionante.Se poi ci si vuole addentrare nella struttura del linguaggio musicale lisztiano,le scoperte possono risultare altamente significative,perché Liszt è sempre musicista di razza,spontaneo e generoso,ma anche controllato e severo,attentissimo a tutte le sfumature di una tecnica padroneggiata con mano fermissima.Gli inizi sono quelli di un ragazzo dalla mente sveglia che sa scegliere la strada più facile di un esteriore decorativismo ben ancorato alle rive sicure dell’armonia tradizionale,ma non appena il pianoforte gli si rivela come il più duttile e il più generoso degli strumenti musicali,il suo mondo subisce una radicale trasformazione:la trascendentale padronanza tecnica della tastiera diventa il mezzo per esprimere un linguaggio del tutto nuovo,nato proprio sui tasti del possente strumento romantico.Tutto viene rimesso in discussione:armonia,disposizione delle linee musicali,carattere della melodia,forma e struttura del brano:tutto deve essere pianistico,tutto deve nascere da e per lo strumento così intimamente padroneggiato.E’ questa la grande,duratura,autentica invenzione lisztiana.La riconsiderazione critica dell’opera lisztiana è lontano dall’essere compiuta,ostacolata forse dal fatto che è difficile porsi fuori dalla mischia per considerare l’opera di un uomo così istituzionalmente legato alla polemica,alla battaglia culturale,così assolutamente uomo di parte.E’ stata sufficiente tuttavia una riconsiderazione cronologica per mettere in luce che tanti elementi che Liszt ebbe in comune con i più celebrati Wagner,Schumann,Berlioz furono scoperte sue e non imitazioni,come la maggior gloria degli altri indusse per lungo tempo a pensare.I critici ritengono di potere affermare che, oltre alla grandezza assoluta di almeno alcune delle sue opere,la sua funzione di stimolo sull’attività altrui gli riserva un posto di primo piano nella storia della musica.

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Festa popolare a Pest(Ungheria) –(Archivio Aiello)

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