I vent’anni *

(Raffaello Piraino)

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Qualcuno dice che i ricordi legati ai vent’anni non si cancellano mai. A quell’età mi affacciavo al mondo dell’arte e avrei fatto incontri ed esperienze che avrebbero lasciato profonde impronte nella mia formazione culturale e artistica. Il mio professore di pittura, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, aveva ricevuto dalla produzione cinematografica del film il Gattopardo, l’incarico di eseguire i finti affreschi di villa Boscogrande ed io non potevo lasciare intentata la partecipazione, se non altro, per curiosare nell’affascinante mondo della celluloide. Lo convinsi che era necessario avere un assistente che gli porgesse i colori , le colle e quanto altro potesse servirgli alla realizzazione delle decorazioni per le scene di massa, scivolavo inosservato lungo i muri e dietro le colonne, guardavo quelle donne e quegli uomini magnificamente abbigliati che rievocavano la ia trascorsa nell’aristocratica dimora. Dentro al cast e al set di quello che sin dall’inizio si annunciò come un capolavoro cinematografico era convenuto il mondo intellettuale e artistico. Così alla fine dell’impresa non potevo neppure immaginare di essere escluso, seppur ignoto ospite, dal mirabolante gran galà della prima del film, e dal ricevimento a villa Igiea, che allargava la partecipazione a tutto il mondo ufficiale della cultura italiana. Io, avido di conoscenze l’aspettavo al varco.

Tra le esperienze di quella sera ricordo d’aver fatto persino fatto da scudo al poeta Ungaretti, allora già quasi non vedente, proteggendolo da una caduta dallo scalone di accesso al Grand Hotel ; come pure si è impressa nella mia memoria la bellissima figura di Romy Schneider, fidanzata con Alain Delon, seduta accanto a Visconti nell’attesa della cena. Due giovani particolarmente ammirati,sostavano accanto al regista : uno bruno, dalla figura slanciata e atletica, poco più che una comparsa, si chiamava Giuliano Gemma e l’altro, che però aveva avuto una piccola parte , biondo e dai bellissimi occhi azzurri, sarebbe divenuto famoso più tardi come Terence Hill. Elegante e abile sul set si era mosso anche un ragazzo divenuto poi mio amico, napoletano di nascita ma romano di adozione – si era occupato di assistere il costumista Piero Tosi per la sartoria – era quel Franco Folinea che da allora si sarebbe trasferito a Palermo e al quale il Teatro Massimo avrebbe dovuto, per oltre quarant’anni, la realizzazione di tanti bei costumi per opere e balletti…..( continua)

· In “ L’Airone bianco ed altri racconti” – Coppola editore

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