MADAMA BUTTERFLY O LA SOFFERENZA DELLA CREAZIONE

(Gabriella Maggio)

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Dotta conferenza sulla Butterfly alla Ester Mazoleni, mercoledì 12 settembre, nei locali dell’Associazione ai Cantieri Culturali. Salvatore Aiello con emozione e competenza ha illustrato ad un pubblico esperto la travagliata composizione dell’opera che ha accompagnato tanti eventi importanti della vita di Giacomo Puccini. Il testo ha subito diversi rimaneggiamenti, riferisce Aiello, sia nello spartito che nel libretto di Illica e Giacosa, messi a dura prova da Puccini. La prima rappresentazione alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904 è un completo insuccesso, che, a parte qualche lungaggine dell’opera, deve attribuirsi ad antagonismi radicati come quello tra Ricordi e Sonzogno.

Ma Puccini non si arrende, tiene molto alla sua opera non soltanto perché ha studiato la cultura giapponese a lungo, con l’aiuto dell’attrice giapponese Sada Yacco e della moglie dell’ambasciatore del Giappone , ma per un profondo legame che sente con la storia di Cio cio san. Tra ‘800 e ‘900 molti sono gli artisti conquistati dal  fascino del Giappone. Van Gogh è tanto  entusiasta dell’arte giapponese  da dipingere un suo autoritratto con gli occhi a mandorla , vestito di un saio buddista (il quadro è al museo di Harvard). Cl. Monet ritrae con ironia la moglie vestita alla giapponese con un kimono rosso ed un ventaglio. Cl. Debussy s’ispira all’onda dipinta dal pittore giapponese Hokusai nella composizione di La Mer . L’iniziale insuccesso di  Butterfly  suscita  l’attenzione di un illustre ed incoraggiante recensore, Giovanni Pascoli, che in una cartolina scrive così a Puccini : «La farfallina volerà:/ ha l’ ali sparse di polvere,/ con qualche goccia qua e là,/ gocce di sangue, gocce di pianto». Infatti Butterfly vola a Brescia il 28 maggio 1904. Tra il musicista ed il poeta si è stabilita  una certa affinità, che Puccini si rammaricherà di non avere approfondito. Ne è testimonianza una  foto scattata da G. Pascoli, resa nota recentemente, che ritrae Puccini insieme a Guelfo Civinini, librettista della Fanciulla del West . Nella foto si nota l’ombra corpulenta del poeta. Ne garantisce l’autenticità la scritta di Mariù : «Istantanea ripresa da Giovannino nel 1910».

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La conferenza di Salvatore Aiello si è conclusa con l’ascolto di brani dell’opera cantati da Renata Tebaldi e da Enrico Caruso.

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