IL MAL SOTTILE

(Pino Morcesi)

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Guido Gozzano

Mal sottile è la denominazione eufemistica ormai poco usata, ma molto diffusa in passato, della tubercolosi polmonare. L’espressione alludeva alla magrezza, che era una frequente caratteristica di chi ne era colpito. La tubercolosi è una malattia molto antica, se ne trovano tracce già negli scheletri del Neolitico. Nel 3000 a. C. è nota in Cina e nel 1000 a.C. in Egitto, dove se ne trova  traccia  in alcune mummie. I Greci Galeno e Ippocrate  la citano nelle loro opere come malattia contagiosa e mortale, la chiamano tisi da phthisis a sua volta da phthìein, consumarsi. Le prime indicazioni igieniche per combattere la malattia le dà la Scuola Salernitana, che consiglia di lavare spesso le mani. Nell’Ottocento ha grande diffusione prima nei ceti poveri e poi in quelli benestanti. Spesso è assimilata al vampirismo perché i malati hanno gli occhi rossi e gonfi e sputano sangue. In quel periodo molte persone famose si ammalano di tisi come J.Keats , E. Bronte, Chopin e molte eroine della narrativa e del melodramma muoiono di tisi, Silvia, Violetta, Mimì, Iljuscia dei fratelli Karamazov. Nei primi anni del ‘900 il poeta Guido Gozzano, malato di tisi, descrive la visita medica nella poesia Alle soglie :

….”Mi picchiano in vario lor metro spiando non so quali segni,
m’auscultano con li ordegni il petto davanti e di dietro.
E sentono chi sa quali tarli i vecchi saputi… A che scopo?
Sorriderei quasi, se dopo non bisognasse pagarli.

Appena un lieve sussulto all’apice… qui… la clavicola…»
E con la matita ridicola disegnano un circolo azzurro.
«Nutrirsi… non fare più versi… nessuna notte più insonne…
non più sigarette… non donne… tentare bei cieli più tersi:.

Nervi… Rapallo… San Remo… cacciare la malinconia;
e se permette faremo qualche radioscopia…»

Gozzano elenca anche la terapia prescritta ai malati prima della scoperta della penicillina : cibo abbondante, riposo, aria buona. E’ il tempo dei viaggi nei paesi caldi per sfuggire all’inverno e dei sanatori. Anche questi luoghi hanno ispirato scrittori, tra cui Tomas Mann con La montagna incantata e Gesualdo Bufalino con Diceria dell’untore. Della tisi resta traccia in qualche cartello, ormai molto raro, attaccato in vecchi edifici, con la scritta Vietato sputare ( per non diffondere la malattia). Oggi i flussi migratori dai paesi extraeuropei diffondono  nuovamente la tisi, che viene curata con gli antibiotici.

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