FESTA FARINA E FORCA

( Carlo Barbieri )

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Porta Felice addobbata e addirittura “coperta” in occasione dei festeggiamenti per una incoronazione. “Architettura effimera”. Esempio di spreconeria congenita, voglia di stupire e in un certo senso anche necessità di farlo. Si diceva che il popolo Palermitano andasse governato con le tre “F”: Festa, Farina e Forca. Secondo me al momento del passaggio delle consegne il Vicerè uscente consegnava all’entrante la busta sigillata con le istruzioni per l’uso: e dentro il nuovo arrivato ci trovava solo un biglietto con tre belle EFFONE. Il tempo è passato e abbiamo perso la Forca, adesso manca la Farina, ma continueremo ad avere il Festino. Ma la cosa non riguarda solo Palermo, quintessenza della Sicilia, ma tutta l’Italia, perchè la sicilianità è a sua volta la quintessenza distillata della Italianità. Lo diceva Goethe che capì l’Italia solo quando arrivò in Sicilia dopo essersi “fatta” la penisola: “E’ qui la chiave di tutte le cose”, disse tirando un sospirone di sollievo perché fino a quel momento aveva temuto di dover tornare alla sua Loggia Massonica senza sapere zoccu iri a cuntarici

. Eh già. “E’ qui la chiave di tutte le cose”. Lo dice un tedesco e si sa, i tedeschi quando non giocano a calcio hanno le idee chiare. E l’Italia puntualmente segue le orme della Sicilia: niente più Forca, manca la Farina, ma abbonda la Festa, oggi distribuita a domicilio sotto forma di sagre della minkiata televisiva: (Grande) Fratello e Fiction, sarà un caso, cominciano per “F”. Ma da dove sono partito? Ah, la stolitanza, che fa rima con “avanza”… dall’architettura effimera, già. Quella resiste nelle architetture politiche di una Assemblea Regionale, architetture che avrebbero fatto sentire uno scolaretto un imperatore di Bisanzio, intrecciate di contraddizioni, tradimenti e clientele cangianti, fatte per essere sconzate ma costruite sulla unica, solida e immutabile piattaforma del proprio tornaconto. Ma in campo architettonico propriamente detto l’effimero l’abbiamo sconfitto per sempre. Lo stupido verde, instabile e bisognoso di cure, è stato estirpato; palazzi settecenteschi e leziose ville liberty, costruite con mattoni e magari con i pavimenti in incannucciato, sono stati sostituiti da palazzi, magari abusivi, ma due volte indistruttibili – primo perchè in solido cemento armato sisperanondepotenziatolovedremoalprimoterremoto; e secondo perché l’abuso dalle nostre parti é più resistente del cemento armato, vedi Pizzo Sella.

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