L’altra unità del cosmo

(Carmelo Fucarino)

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Qualcuno ha parlato dell’altra faccia della luna. La definizione mi pare limitativa, perché sempre di satellite si tratta, e per di più forse, immagino, della faccia sua nascosta. Mi sembra più giusto parlare di questa terra, nella sua globalità con le sue stagioni che ci portano colori diversi, per tutti, il variopinto primaverile, l’infuocato del solleone, il giallo dell’autunno e il bianco dell’inverno, ma anche le due metà del giorno, quella a colori e quella in nero. Tutte queste meraviglie per tutti. Perciò non mi piace il mito della luna-Artemide-Diana che insegue il Sole, veloce sul suo carro, senza che mai lo raggiunga, tanto per inseguire miti egizii che altro significato avevano con Osiride e Iside. Come la terra degli stupori anche il cielo, quello delle stelle tremolanti e delle galassie e quello dei fulmini e dei tuoni. Tutto lo stupore di una notte stellata è per tutti, per l’uomo e la donna. E mi sta stretta anche l’immagine radiosa dell’altra metà del cielo. Perché sempre di metà si tratta.

Da quest’anno sull’onda dei delitti di donne (come dire omicidi di donne? Femminicidi?) comincia ad affermarsi un altro orrendo sintagma, traslitterato dall’anglosassone “gender”, “delitti di genere”. La donna, creatura dotata di anima e pensiero, è divenuta soltanto “gender”, una bruttissima catalogazione astratta. Come se si parlasse di scienze naturali o della più poetica analisi grammaticale. Erano così belli i due nomi della Genesi, che, se non creati da Dio, almeno da quel mito titanico che fu il vecchio Mosè: Adamo ed Eva, che vogliono dire Uomo e Donna.Perciò in questa guerra di generi un progetto originale: "Agalmata, la cultura al femminile". Mi si perdoni l’osservazione. Avrei evitato il termine greco, che, pur se ha un suono accattivante, deriva, dal verbo agallo, “glorifico” e perciò “agalma” è, sì, pure “gloria”, ma in genere è usato come offerta sepolcrale e più in genere come statua di dei. Non mi piace l’immagine di ex-voto o belle statuine. Solo per maggior immediatezza di comunicazione. Il progetto “al femminile” è stato presentato a Palazzo Ziino il 2 febbraio, su iniziativa dell’Associazione per la Promozione Culturale “Volo”, presieduta dalla dott.ssa Maria Di Francesco, con il patrocinio del Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura. Esso, promosso dalla stessa Associazione, è stato realizzato dall’attrice e regista Carmen Cutrera. Si tratta di una serie di medaglioni di personaggi femminili che si sono impegnate a Palermo nel campo culturale, imprenditoriale e artistico. L’introduzione del digitale terrestre fra i tanti sospetti, problemi ed esclusioni, ha avuto almeno un aspetto positivo, l’eccezionale ricaduta sul piano culturale. Non si è limitata soltanto alla pura e semplice proliferazione di canali e ad una brutale lotteria spartitoria fra una selva di emittenti. È innegabile che la parte del leone l’hanno avuto i grossi gruppi con alle spalle possenti strutture e solidi mezzi finanziari e personale qualificato. Ad essi sono spettati i numeri a seguire a quelle nazionali. Non solo, questi sei o sette gruppi hanno monopolizzati bouquet con possibilità di concederli ad altri. Sappiamo bene che il bene sociale, purtroppo, è un ideale proclamato e profanato. Tuttavia è stata rivoluzionaria la norma di concessione, a patto che si garantissero determinati parametri, e per quello che è di eccezionale il “Regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale, integrato dalle modifiche apportate dalla delibera n. 266/06/CONS e dalla delibera n.109/07/CONS del Garante nelle Comunicazioni che all’art. 1, lettere n, o, p, recita: «"fornitore di contenuti a carattere comunitario": il soggetto che ha la responsabilità editoriale nella predisposizione dei programmi destinati alla radiodiffusione televisiva in ambito locale che si impegna: a non trasmettere più del 5% di pubblicità per ogni ora di diffusione; a trasmettere programmi originali autoprodotti per almeno il 50% dell’orario di programmazione giornaliero compreso dalle 7 alle 21; "programmi originali autoprodotti": programmi realizzati in proprio dal fornitore di contenuti o dalla sua controllante o da sue controllate, ovvero in co-produzione con altro fornitore di contenuti; "opere europee": le opere originarie». Fra abiti da sposa (ma quanti sposi ci sono?), televendite di pentole e quadri, l’impegno in una attività di promozione e di divulgazione culturale. Il CTS TV GROUP trasmetterà a cadenza quindicinale i filmati di circa venti minuti che presentano una figura femminile attraverso una intervista. In questa occasione è stato proiettato un breve trailer. Inaugurerà la serie l’intervista alla professoressa e preside Anna Maria Ruta, che dalla cattedra è da anni passata alla studio di grandi movimenti e personaggi della nostra storia dell’arte, con particolare attenzione ai fenomeni isolani dal Futurismo al Liberty e ha documentato questa sua ricerca con la realizzazione di rassegne di eccezionale rilievo, recente ma non ultima quella della pittura “al femminile” in Sicilia, che ha avuto una risonanza e un’attenzione nazionale, e ha per la prima volta raccolto in molte sale dell’Albergo delle Povere, un esauriente ventaglio delle opere delle artiste siciliane. In questa ricerca e sistemazione del materiale è stata affiancata dall’architetto Giacomo Fanale, che sarà protagonista “al maschile” con un medaglione sui luoghi palermitani dell’arte “al femminile”, assieme a Piraino cultore di abiti femminili d’epoca, Ben vengano simili ed altrettante manifestazioni che diano una visibilità alle numerose professionalità e offrano una immagine più reale della vitalità e dinamicità della nostra città, al di là degli stereotipi di mafia e carretti. Si spera che di femminile restino solo i volti e le personalità, oltre alla dedica alla memoria di Carmela Petrucci. Si auspica che l’iniziativa serva ad arricchire anche con i volti femminili il panorama culturale cittadino. Un augurio alle promotrici, a Maria Di Francesco e a Carmen Cutrera, perché il loro entusiasmo manifestato nella promozione ed illustrazione di questa iniziativa possa trovare un’eco non solo nelle fugaci ed effimere immagini mediatiche, ma possa radicarsi nella mentalità e nelle coscienze dei Palermitani, che possa scuotere dall’apatia, direi dall’ignavia che sonnecchia nelle classi medie e alte, che sia una spinta per l’affermarsi di nuove energie, fucina di nuove aggregazioni culturali in una città che vede ruotare intorno agli stessi volti le iniziative culturali. Siamo tutti consapevoli che occorre una scossa in questo sopore mortale, che occorre creare nuovi progetti e motivazioni, nuovi nuclei di aggregazione. È sperabile che non si tratti di un sasso gettato in uno stagno, che la spinta giovi ad altre fertili idee.

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