La Real Cantina borbonica di Partinico – seconda parte

( Tommaso Aiello  , Storico e Studioso di Etnoantropologia )

 

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L’interno della Cantina restaurato. Foto Aiello 2008

Ascoltiamo cosa scriveva il Di Bartolomeo nel suo manoscritto(pag.101):”L’arte vi si è impegnata a segno che si è resa tal rarità il primiero augusto monumento del Regno d’attirar eternamente l’ammirazion ancora de’ più curiosi viaggiatori e vieppiù degl’insigni architetti del mondo . Se ne danno in le straniere nazioni,per quel ch’io so,di simili,ma lavorare sul tornio di cotesta ed in egual grandezza e vastità penerei a crederlo . S’istrada ella in tre spaziose braccia e ben proporzionate,larghe,l’uno dei quali,il più rispettabile,sotterraneo,l’altri su la faccia del suolo ad una corrispondente maestosa altezza,seguendo a loro un ben vasto magazzino.

Avvi una comoda scala o salita dalla parte d’oriente,aggiata tanto che rende facile la salita e scesa da’ piccoli giumenti nella vendemmia,carichi de’ soliti vasi di legname,pieni dell’uva onde pestarsi .Evvene una seconda all’opposto e rimpetto a libeccio,più magnifica e spaziosa,per dove si adisce ad una loggia,che guarda a sirocco ossia la mentovata montagna e da codesta si passa poi nelle stanze superiori di suddetta cantina. Le porte,le finestre son elleno lavorate con sodità e galanteria di legname di noce,tinte e piene l’ultime di vetriate,con suoi ferramenta al gusto moderno . Tutto e di dentro e al difuori spira novità e grandezza .” Ricordate che queste sono le parole di un notaio che ebbe la ventura di vedere il complesso ”Incantina”ultimato da poco . Purtroppo alla metà del secolo iniziò la decadenza,perché i tempi stavano cambiando e un ‘epoca intera era entrata in crisi e il degrado degli uomini e delle cose era arrivato a un punto di non ritorno . Questo può spiegare il perché Padre Daniele Lo Grasso nel suo “Partenico ed il culto di Maria SS.di Altofonte e del Ponte” edito nel 1935,dedica pochissime righe(pag.397)alla Real Cantina borbonica che forse avrebbe meritato ben altra fortuna,come è stato per la Palazzina Cinese o la splendida Reggia della Ficuzza . Ma torniamo alla descrizione della Cantina ed osserviamo che gli appezzamenti di terreno acquistati e riuniti erano pari a circa 80 salme(con un perimetro di 3007 canne,pari a 6026 metri) che costituivano pertanto il Real Podere che assieme al complesso della “Incantina di vino,liquori ed olii”,con annesso fondaco , bettola e locanda,formava il centro di raccolta e di vendita dei prodotti dell’Azienda Reale . In totale il Real Podere contava nel complesso 227.748 piante,tra cui 33.847 alberi da frutta,6009 alberi infruttiferi,44.725 arboscelli e 143.527 viti,nonché 69 piante medicinali(già sperimentate nell’Orto Botanico di Palermo) . L’ingresso principale si affaccia sulla strada provinciale per San Cipirrello e attraverso un cancello si entra in un vasto cortile che si divide in tre sezioni di complessivi 1350 metri quadrati . Sulla sinistra c’è una stecca di corpi bassi che comprendono una chiesetta(in cui si trova la rappresentazione della Madonna del Ponte),la sagrestia e una serie di stalle e magazzini di circa 310 metri quadrati adibiti un tempo ad alloggi e cucine . Attaccata poi alla Cantina c’era un’altra serie di magazzini di circa 150 metri quadrati . Anche sul lato destro(per chi entra) se ne trovavano altri adibiti negli ultimi tempi a stalle,per un’estensione di circa 277 metri quadrati,ma che agli inizi dovettero funzionare come frantoio.

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Planimetria del complesso”Incantina”(Ing.M.Fiore)

Al centro dell’immenso cortile troviamo poi una palazzina di mq.185 che riteniamo preesistente ai corpi aggiunti nel 1800 dall’architetto regio Carlo Chencè . Tale supposizione si basa su due considerazioni . La prima riguarda la posizione della palazzina(B)che risulta simmetricamente posta al centro del cortile,così come lo erano le torri medievali costruite per difesa e avvistamento . L’altra considerazione deriva dal fatto che la struttura della torre fino ai due terzi della sua altezza è

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La palazzina-torre. Foto Aiello 1974

completamente diversa dalla parte superiore che dovette essere ricostruita al tempo della costruzione della Cantina .Sulla facciata principale si nota poi una caditoia che è caratteristica delle torri di difesa e non avrebbe avuto senso la sua costruzione per un complesso che aveva solo funzione abitativa e costruita in un periodo in cui non se ne presentava più assolutamente la necessità . Un’ultima notazione di ordine estetico-architettonico riguarda le finestre che riecheggiano nell’architrave una forma catalana e cioè di arco a due volute raccordate in una punta centrale e ricordano un portale del Castello di Montalbano Elicona del XIV

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secolo(vedi G.Lanza Tomasi,Castelli e monasteri siciliani,pag.134) . Per queste considerazioni riteniamo che la palazzina sia preesistente e se non abbiamo elementi probanti per collocarla in età federiciana,nel periodo di ripopolamento di Partinico voluto da Federico III di Sicilia con diploma dato in Trapani il 20-11-1309,sicuramente è tra le torri più antiche(XV-XVI sec.) . La palazzina è costituita da un piano terra e un primo piano . In ogni piano vi sono tre ambienti di forma quadrangolare di circa 25 mq.ciascuno e uno di forma rettangolare di circa 35 mq. La sua funzione era sicuramente abitativa,non certamente per il Re,ma per chi aveva la responsabilità di custodire il complesso Cantina . Accanto alla palazzina-torre,separata da un lungo corridoio di appena due metri di larghezza,troviamo la Cantina,la cui facciata dà nel cortile e presenta tre ingressi di cui uno prima era ostruito dal corpo dei magazzini ricavati chiudendo un passetto sostenuto da tre eleganti colonne . Il corpo di fabbrica della Cantina,che è il centro vitale di tutto il complesso,presenta un impianto a tre navate formate da pilastri ed archi che si collegano tra loro a crociera in un gioco armonioso e una copertura a falde costituita da travi di legno e coppi di argilla rossa . La navata destra e quella di centro furono lasciate libere per l’ammasso e la lavorazione delle uve e la sistemazione degli altri prodotti agricoli che servivano alla vendita .Sotto la campata destra della Cantina si trova un sotterraneo(vedi foto sopra) illuminato ed areato da aperture a bocca di lupo con tine a muro per la conservazione dei vini in un ambiente molto più fresco che in superficie e quindi molto più adatto alla conservazione del vino . La navata sinistra invece è stata chiusa,in un secondo tempo,ed è stata utilizzata per la costruzione di tine a muro,ma questa volta non per il vino,ma per la conservzione dei cereali,come si può facilmente evincere dalle bocche di fuoriuscita.

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Il sotterraneo della cantina con le”tine”a muro per la conservazione dei vini.

Foto Aiello 2008

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Le tine a muro della navata sinistra per la conservazione dei cereali. Foto Aiello 2008

Alla fine della navata troviamo un ambiente di circa 66 mq.da usare come palmento.

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La rampa esterna che porta al loggiato. Foto Aiello 2008

Al piano superiore(vi si accede dall’esterno attraverso una rampa addossata al perimetro della Cantina e sotto cui sono stati ricavati magazzini)si ha un loggiato coperto con l’accesso alle tine sottostanti.

La lunghezza della Cantina è di m.36,50,mentre nel senso della larghezza,la distanza tra i pilastri è di m.8,70 . Purtroppo è da osservare che il contesto paesaggistico in cui si trova inserito tutto il complesso oggi è senz’altro mutato profondamente rispetto a quello originario,infatti si trova ormai inglobato nel tessuto urbano, la qualcosa impedisce in parte di poter gustare la bellezza,il fascino e l’importanza di questo straordinario complesso . Se la costruzione ebbe veramente la funzione di dare impulso all’economia del territorio,oggi che finalmente è stata restituita alla fruizione di tutti,ci chiediamo cosa può rappresentare per la gente,non solo di Partinico,ma di tutto il territorio . Questo complesso deve aprirsi al pubblico e diventare ancora una volta centro propulsore per la cultura,per il turismo,per l’economia,attraverso una strutturazione che sia moderna e risponda alle esigenze di proiettarsi all’esterno con razionalità,intelligenza e modernità . Dobbiamo trovare la strada per affrancarci dal nostro deleterio provincialismo,dalla incancrenita inefficienza della nostra classe politica regionale,dalla miseria e dalla disoccupazione,che significa anche la possibilità di liberarci per sempre dalle sopraffazioni di una minoranza mafiosa,che come un bubbone mina alla base la nostra società,la nostra gente .

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Il complesso “Incantina” visto dall’alto. Foto Aiello 2008

 

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Il “logos” della Real Cantina Borbonica. Foto Aiello 2009

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