LA ROSA DEL DESERTO

( Carla Amirante)

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Trёndafile rёrje-Rose di sabbia è il titolo di una raccolta di poesie di Marg. Scilippa, poetessa italiana di cultura, lingua e appartenenza arbёreshe, la quale, colpita dalla bellezza di questo strano fiore, oltre al titolo del libro gli ha dedicato dei bellissimi versi. Di questi versi ne citerò solo alcuni che in particolare descrivono la peculiarità ed il fascino che si sprigionano da questa singolare creazione della natura, meglio conosciuta come rosa del deserto:

Trёndafil rёrje / arom’ e shkretёtirёs / kristal i egёr //… Ngё fishken kurrё / tё ngurtёsuar nga dielli / petalet tat //… Tё japiёn formё / diell i shkuqur dhe erё / tё pamёshirshёm. // Por je bёr’ gjipsi / dhe ujёt pra tё jos / lule magjike.

Rosa di sabbia / profumo di deserto / rude di cistallo //… Non avvizziscono / induriti dal sole / i tuoi petali. //… Ti modellano / sole rovente e vento / implacabili. // Ma sei di gesso / e l’acqua ti discioglie / magico Fiore.

La rosa del deserto si presenta come un fiore, anche se non lo è. Ha le caratteristiche dei fiori perché anch’essa ha bisogno di acqua per nascere, crescere ma, a differenza di questi, è fatta di sabbia e cristallo ed ha petali di pietra, che non sono morbidi al tatto e non appartengono al mondo vegetale. Questa strana creazione della natura, osservandola attentamente, ha proprio la forma di un fiore, pur nascendo dalla sabbia, presenta petali piatti, allungati e di un colore che sfuma dall’arancio verso il giallo ocra. Il singolare aggregato di cristalli di gesso non va confuso con l’altra vera rosa del deserto, conosciuta pure come oleandro del Madagascar. La rosa del deserto per nascere ha bisogno di condizioni ambientali e climatiche particolari: un giacimento evaporitico, un clima molto arido, una coltre di sabbia superficiale, uno strato di gesso (solfato di calcio idrato), posto sotto la coltre di sabbia che può essere profonda o pochi decimetro o qualche metro. Essa si trova nei bacini desertici, circondati da rilievi dai quali scendono torrenti alimentati da pochissime piogge, oppure vicino a tratti di mare rimasti isolati od anche presso quei bacini lacustri che non hanno emissari. In questi luoghi si creano le condizioni ideali perché il gesso si formi per l’evaporazione delle acque nelle quali è disciolto. Il gesso, venendo a contatto con l’acqua di falda o con le rare acque meteoriche, si scioglie parzialmente e, per capillarità, risale in superfice insieme all’acqua. Poi le alte temperature del deserto scaldano la superfice della sabbia, fanno evaporare l’acqua ricca in solfato di calcio e poi precipitare il gesso in cristalli con la particolare disposizione a petali. Questi aggregati cristallini hanno dimensioni molto varie, possono essere piccoli di pochi centimetri o grandi fino a raggiungere la lunghezza di alcuni metri, la colorazione invece è sempre giallastra a causa dei granuli di sabbia, presenti all’interno della struttura del cristallo.I depositi più famosi di rose del deserto si trovano nel Sahara, a El Oued e al Touggourg in Algeria, a Zuara in Libia, altri sono presenti in Tunisia, in Marocco, in America nei deserti statunitensi del Nuovo Messico e dell’Arizona, altri ancora provengono da Ellsworth (Ohio). In Italia è possibile reperire argille dalle forme simili alle rose del deserto sull’Appennino emiliano, a Castel de’ Britti in provincia di Bologna, in Toscana nella pirite di Niccioleta e nelle Cave di marmo a Carrara. Gli aggregati cristallini, che si trovano in superficie, vengono scoperti facilmente quando il vento, soffiando, li libera dalla sabbia, ma devono essere prontamente raccolti per evitare che le piogge facciano sciogliere il gesso in soluzione e si sfaldi il cristallo. Il più delle volte gli aggregati sono sepolti sotto alcuni metri di sabbia e per individuarli è necessario l’uso di sonde metalliche, una volta individuati, si scavano dei tunnel per estrarli. Sono i nomadi del deserto che si dedicano alla ricerca delle rose di pietre, perché per loro è un business legato al turismo, anche se il guadagno ricavato è piuttosto misero.

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