PREMIO NOBEL LETTERATURA 2015

(Gabriella Maggio)

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                                                           Svetlana Aleksievich

Svetlana Aleksievich è la quattordicesima donna che vince il Nobel per la letteratura, a due anni da Alice Munro, con la motivazione : “per la sua scrittura polifonica, e per un lavoro che è un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo”. Nata nella città ucraina di Ivano-Frankivsk, è stata insegnante di storia, con i suoi reportage ed i libri scritti in russo, molto apprezzati in patria e all’estero, ha sfidato il potere affrontando temi di scottante attualità come il passaggio dal comunismo al postcomunismo. Per questo tra il 2000 ed il 2011 ha vissuto in esilio volontario in Europa tra Parigi e Berlino. Poi è tornata a Minsk, dove ha appreso la notizia dell’assegnazione del Nobel. Ha saputo raccontare con efficace impegno esistenziale la storia di cui è stata testimone, cercando di comprenderla e di vedere la frontiera tra l’umano e l’inumano. Ma è difficile, dice nel suo ultimo libro La guerra non ha un volto di donna, perché non sappiamo più stupirci di fronte al male.

Nel panorama della letteratura russa ha assunto come riferimento L.Tolstoj, del quale riprende il metodo di seguire il corso della vita più interessante dell’invenzione :"Ho cercato un metodo letterario che mi permettesse di accostarmi quanto più possibile alla vita reale. La realtà mi ha sempre attirata come una calamita, torturandomi e ipnotizzandomi. Volevo catturarla sulla pagina e alla fine ho scelto un ‘genere’ che tiene insieme la viva voce di uomini e donne, confessioni, testimonianze oculari e documenti. È il mio modo di sentire e vedere il mondo – come un coro di voci individuali e un collage di dettagli quotidiani. Il mio occhio e il mio orecchio funzionano così. In questo modo tutto il mio potenziale mentale e emotivo trova piena realizzazione. Non posso fare a meno di essere allo stesso tempo scrittrice, reporter, sociologa, psicologa, sacerdote". Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali: il PEN svedese per ‘il suo coraggio e la sua dignità di scrittrice’; il premio Andrei Sinyavsky ‘per la sua nobiltà di spirito’; il russo Triumph; il premio Leipzig "Per la comprensione intereuropea-98"; il francese "Témoin du mond-1999"; e l’Herder e il premio "Per il miglior libro politico" tedeschi. Quest’anno è stata ospite del Festival della Letteratura di Mantova.

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