CENERENTOLA AL TEATRO MASSIMO

(Giacomo Cangialosi)

Chiara Amarù e Giacomo Cangialosi

Cenerentola, ambientata negli anni ’60,  davvero geniale al Teatro Massimo di Palermo. Ho incontrato il regista Giorgio Barbiero Corsetti che ha utilizzato nelle scene la tecnica del chroma key in modo da creare uno spettacolo nello spettacolo. Interessante a tal punto che gli ho consigliato di realizzare un Falstaff alla stessa maniera. E’ vero che con questa tecnica è oltremodo importante avere a disposizione cantanti che siano anche attori, cosa che in questa edizione del dramma giocoso di Rossini si è puntualmente verificata. Ottima la direzione del maestro Gabriele Ferro che dirigeva orchestra e cantanti con maestria e senza sbavature, pericolo reale nelle partiture rossiniane. Bravissima l’Angelina della palermitana Chiara Amarù dalle agilità perfette e modulazioni di voce pertinenti, oltre che fantastica scenicamente. La Amarù, a proprio agio nei ruoli rossiniani, ha dato ottima prova in questo ruolo che è stato di storiche mezzosoprani e gli applausi, anche a scena aperta, hanno sottolineato l’apprezzamento dei suoi concittadini. Bravo il Don Ramiro di Rene’ Barbera soprattutto nel secondo atto dove “afferrava” le note più acute con facilità estrema senza cadere nello sguaiato. Dignitosi gli altri con un punto in più al Don Magnifico di Paolo Bordogna;  tutti però hanno portato a termine perfettamente lo spettacolo anche se alcuni con voce di piccolo volume. Tutti si divertivano in scena e il pubblico si divertiva di conseguenza. Una bella serata di teatro.

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